Gentilissima dottoressa,
vorrei chiederle un consiglio riguardo mio figlio Lorenzo di 20 mesi. Ha sofferto di un forte reflusso curato per i primi sei mesi con Maalox e successivamente con Ranidil e Gaviscon. Il sonno è stato difficile per tutto il primo anno di vita: i primi mesi dormiva solo in posizione verticale (in braccio o nel marsupio); verso i sei mesi ha iniziato a dormire per qualche ora nel lettino inclinato ma veniva regolarmente svegliato circa tre ore dopo il pasto (se mangiava alle 19.00 e veniva messo a letto alle 20.30 si svegliava alle 22.00 – 22.30, un risveglio di solito preceduto da un colpo di tosse). È stato a quel punto che abbiamo iniziato a dare il Gaviscon (avevamo già iniziato a dare il Ranidil) sia dopo i pasti che dopo questo primo risveglio serale; grazie al Gaviscon riuscivamo a rimetterlo a letto dopo questo primo risveglio dopo averlo comunque tenuto in piedi per almeno un’ora (in pratica in braccio in posizione verticale continuava a dormire ma si agitava molto continuando a buttare la testa all’indietro).
Durante la notte continuava a svegliarsi anche altre volte, a quel punto cercavamo di riaddormentarlo in braccio e lo tenevamo in piedi fino a che non si calmava. Ora comunque siamo riusciti a sospendere il Ranidil e diamo solo il Gaviscon. Inoltre a Lorenzo è stato diagnosticato anche un ritardo motorio: in pratica a 1 anno non si alzava da solo e se veniva posto in piedi piegava subito le gambe. All’età di 16 mesi abbiamo iniziato fisioterapia a casa (2 volte la settimana) e presso il consultorio (2 volte la settimana); ci sono stati notevoli miglioramenti ma soprattutto nel corso di queste ultime due settimane (in coincidenza con la sospensione del Ranidil) sembra aver superato del tutto questo ritardo motorio. A questo punto ho un dubbio: è possibile che il ritardo motorio sia stato causato dal Ranidil?
Inoltre vorrei anche un altro consiglio da chiederle: da quando è nato Lorenzo ha un rapporto difficile con il sonno. Ora si addormenta da solo nel suo lettino ma i suoi risvegli (non si sveglia quasi mai nel corso della notte, parlo del risveglio la mattina e di quello del pomeriggio) sono davvero particolari. Si sveglia urlando e piangendo e non si calma; è isterico, si comporta come se non avesse finito di dormire. Preciso che tutta la famiglia segue una dieta anti reflusso e la sera ceniamo molto presto (alle 19.00) e Lorenzo va a dormire verso le 20.30- 21.00. Le ho provate tutte ma anche se lo metto nel letto con me non si riaddormenta (nonostante abbia sonno); cerca di riaddormentarsi ma non ci riesce; si riaddormenta solo se lo teniamo in braccio, ma anche allora non riesce a prendere un sonno profondo. Naturalmente se provo a metterlo seduto accanto a me e se proviamo a fare qualsiasi tipo di attività (di gioco oppure bere il latte) inizia ad urlare; in pratica non si calma prima di 30 minuti – un’ora. Quando si sveglia spesso tossisce, anche se non è raffreddato.
Inoltre è un bambino che ha sempre vomitato facilmente ed il reflusso si è sempre manifestato con la tosse; in pratica i risvegli erano sempre preceduti da colpi di tosse. Da ultimo le dico che è un bambino che è sempre cresciuto molto poco (si attesta al 3° percentile); abbiamo provato senza alcun miglioramento al momento dello svezzamento una dieta per bambini allergici (senza glutine, latte, uova); inoltre abbiamo fatto le analisi per la celiachia che sono risultate negative. Quindi ora mangia tutto. Anche i suoi due fratelli hanno sofferto di un forte reflusso ma non hanno avuto ritardo motorio anche se uno dei due aveva preso il Ranidil e l’altro l’omeprazen. La ringrazio per la disponibilità.
Vorrei anche sapere se lei svolge attività di pediatra a Roma e se è possibile incontrarsi.
Grazie
Il tuo dubbio su una possibile correlazione tra uso di ranidil o, più in generale, di antiacidi, e quello che tu definisci ritardo motorio solleva un interrogativo molto interessante in quanto è possibile che l’azione enzimatica di questo tipo di farmaci inibitori della pompa protonica e quindi dell’acidità dei succhi gastrici si svolga anche a livello di alcune attività enzimatiche simili della fibra muscolare: potrebbe quindi trattarsi non di un ritardo motorio ma di una semplice debolezza muscolare dovuta, per l’appunto, alla inibizione da parte del farmaco di alcune reazioni enzimatiche muscolari che si attivano al momento di attuare i movimenti: una sorta di miopatia transitoria, cioè una patologia muscolare a livello periferico, cioè a livello del muscolo e non a livello cerebrale centrale. Gli studi non sono molti su questo possibile effetto collaterale, quindi non ho certezza che questa mia interpretazione sia corretta, però è plausibile e la risoluzione del problema al momento di sospendere la terapia potrebbe avvalorarne la veridicità.
Per quanto riguarda il problema dei risvegli problematici: è possibile che, per sua natura o semplicemente per avere sofferto per mesi quasi sin dalla nascita di un sonno disturbato e interrotto a causa dell’esofagite da reflusso, il bimbo si sia sregolato e debba reimparare a dormire. Potrebbe, per esempio, passare troppo bruscamente dal punto di vista della sua attività cerebrale durante il sonno da una fase di sonno molto profondo al risveglio, oppure da una fase di sogno al risveglio senza passare attraverso i vari stadi intermedi di sonno meno profondo fino al sonno leggero che precede il risveglio. Questo spiegherebbe il suo comportamento momentaneamente stranito per alcuni minuti quando si sveglia. Uno studio della sua organizzazione del sonno potrebbe essere fatto in un centro che studia in modo specifico questo argomento, sempre che tu abbia voglia di approfondire il problema che potrebbe tranquillamente passare col tempo.
Per quanto riguarda il persistere del reflusso: forse sarebbe opportuno controllare che il bimbo non abbia una ernia iatale o un problema anatomico qualsiasi che lo predispone alla persistenza del reflusso: questo un gastroenterologo lo potrà stabilire.
Riguardo la tua ultima domanda: io abito a Roma ma non svolgo più attività libero professionale per un motivo prettamente fiscale in quanto al momento di andare in pensione ho rinunciato alla partita iva che mi permetteva di fatturare. In questa mia situazione, mi è permessa soltanto una attività sporadica di consulenza che non giustifica il fatto di tenere attivo uno studio medico con tutte le spese che esso comporta. Per ora, quindi, rivolgo le mie energie al sito NoiMamme.
Un caro saluto, Daniela