Reazioni dopo aver tolto il ciuccio a due anni e mezzo

 

Gentile Dottoressa,

la mia Greta ha due anni e mezzo. Durante una recente visita dal pediatra mi è stato consigliato di smettere l’uso del ciuccio perché si presenta una chiusura dell’arcata superiore sporgente rispetto a quella inferiore.

Effettivamente di recente Greta voleva il ciuccio per ogni piccola situazione di disagio (è nata da tre mesi una sorellina e quella di 6 anni a volte è un po’ dispettosa con lei) e ovviamente il ciuccio era fondamentale per il sonno che comunque per Greta è sempre stato abbastanza interrotto (mai più di 5-6 ore di seguito).

Abbiamo deciso di far sparire il ciuccio all’improvviso dicendo che dei gatti neri lo avevano rubato. Il risultato è che Greta da una settimana ha frequenti crisi isteriche di pianto e urla, che ovviamente si concentrano nei momenti antecedenti il sonno o di notte o appena sveglia, laddove in presenza di ciuccio si sarebbe riaddormentata.

Siamo un po’ turbati e non siamo certi di aver fatto la cosa giusta per lei, è molto turbata e nervosa. Immagino però che ridarglielo anche solo per farle tornare un sonno più tranquillo, sia pericoloso, ma vorrei un parere esperto al riguardo. In più da alcuni giorni non mangia quasi niente, premettendo che non è mai stata una buona forchetta.

Aspetto un consiglio. A presto, Arianna

Forse potevi concordare meglio con lei il giorno della fatidica eliminazione del ciuccio oppure trovare una scusa tipo: è servito ad un bambino più piccino che non lo aveva oppure ad un bambino che aveva male al pancino e che lo desiderava tanto, o che era povero e la sua mamma non poteva comperarlo, ecc. ecc.

La storia del furto da parte del gatto non la responsabilizza e la bimba la vive come una ingiustizia e una violenza che merita una soluzione visto che è lei la vittima del furto. Comunque ora non credo che sia giusto ridarglielo: meglio pazientare e starle un po’ più vicina del solito. Mi rendo conto che i bimbi "di mezzo" sono spesso penalizzati in quanto ad attenzioni da parte dei genitori, perché il primo si gode comunque un periodo da figlio unico con genitori completamente disponibili, mentre l’ultimo in ordine cronologico si gode il privilegio di essere il più coccolato.

Il figlio di mezzo deve spesso arrangiarsi ed è facile che viva la madre come un po’ distratta nei confronti delle sue esigenze, desiderosa che cresca in fretta e che assomigli prima possibile al primogenito perché l’ultimogenito richiede attenzioni pressanti e la mamma, per quanto sia, sempre un essere umano è, con una sola testa e due sole braccia.

Quindi, non so se la mia analisi sia giusta, ma il secondogenito potrebbe crescere con una relativa carenza di attenzioni, magari solo percepita e non reale, ma il ciuccio potrebbe essere una bella consolazione.

Per quanto riguarda il cibo: la mancanza di appetito potrebbe dipendere dal caldo eccessivo dei giorni scorsi o anche a stanchezza se frequenta l’asilo o, perché no, anche un po’ di umore depresso. Una visita generale ed eventualmente un supporto vitaminico potrebbero forse servire.

Un caro saluto, Daniela

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