Buongiorno Dott.ssa, le scrivo perché la situazione mi ha sempre un po’ preoccupata…
Ho letto svariati articoli ma non riesco davvero a trovare una soluzione! Il mio bambino farà i 5 anni ad aprile, ho allattato con molta ansia; non l’ho mai vissuta serenamente questa fase, ho sempre avuto paura di non avere abbastanza latte. Poi ai 5 mesi del bambino ho iniziato a lavorare, quindi ho smesso di allattare ero sempre agitata il mio pensiero era sempre rivolto al mio bambino e mi sono sempre sentita in colpa per essere tornata al lavoro ma non potevo fare diversamente.
Fino ai 2 anni e mezzo ha dormito in camera con noi; si è sempre svegliato 2/3 volte a notte e richiedeva l’acqua poi abbiamo cambiato casa e lui ha iniziato a dormire da solo, ho letto il libro fate la nanna e ho iniziato a seguire quel metodo non proprio alla lettera e dopo una settimana di pianti lui ha iniziato a dormire da solo, ma io mi sono sempre fermata a leggergli una storia e a fargli le coccole finché non si addormentava… Si svegliava sempre 2/3 volte a notte e spesso era sudato fradicio così ho chiesto al pediatra di prescrivermi gli esami del sangue, gli esiti erano giusti quindi non abbiamo riscontrato nessun problema. A 17 mesi ha iniziato il nido e spesso i suoi risvegli erano accompagnati da urla e agitazione ma all’epoca lui dormiva in stanza con noi quindi lo prendevo in braccio lo calmavo e tutto passava, sarà successo 4 volte in totale.
Adesso ho perso il lavoro circa un anno fa e questa cosa mi ha sconvolta e sono spesso nervosa perché non sono abituata: ho sempre lavorato e questa cosa mi destabilizza. Spesso non dormo la notte e di giorno spesso lui fa un sacco di capricci che mi innervosiscono e mi fanno avere reazioni esagerate con urla e litigi con mio marito. Ho sempre spiegato e parlato tanto con mio figlio e lo stesso fa mio marito ma adesso siamo molto stanchi e non riusciamo a trovare una soluzione con il nostro bambino. La prego mi aiuti…. Grazie
Quanta ansia, quanta insicurezza e anche quanta ambivalenza nel tuo rapporto sia con il bambino che con te stessa! Allatti e soffri perché pensi di non avere latte a sufficienza. Torni al lavoro – penso anche con una certa soddisfazione visto che mi sembra che tu ami lavorare – e hai i sensi di colpa per essere lontana dal tuo bimbo. Poi perdi il lavoro che ti gratificava e soffri perché senti il vuoto e sei destabilizzata e questa sofferenza sembra più forte del piacere che potresti avere ad occuparti, finalmente con un po’ di calma, del tuo bimbo e della tua famiglia. Il bambino cresce ansioso e insicuro, incapace di affrontare con equilibrio i cambiamenti inevitabili che la vita offre e incapace di consolarsi da solo dopo i risvegli notturni, troppo dipendente dalla tua presenza e dalle tue braccia.
Ma queste braccia che tanto a lungo e tanto spesso lo hanno coccolato e stretto a te quando piangeva o desiderava essere rassicurato, in realtà, cosa gli hanno trasmesso? Allora è urgente trovare un nuovo ordine nella tua anima, un nuovo modo di accettare la vita come ti si presenta, anche un nuovo modo di essere madre e forse anche di essere moglie. I capricci del bambino sono un modo per dirti “ascoltami, cerca di capire i miei bisogni reali e non continuare a tapparmi la bocca con risposte che non corrispondono più alle mie vere domande. Quando piango o mi dispero, lasciami un po’ di tempo affinché riesca a consolarmi da solo in modo che possa crescere in me l’autostima che mi manca. Ascoltami, chiedimi dei miei pensieri e fammi parlare. Sto diventando grande e ho bisogno tanto di essere ascoltato quanto di trovare occasioni per crescere.
Ho bisogno di figure di riferimento, di qualcuno che mi sappia dire di no quando sbaglio e abbia il coraggio di ripetermelo fino a quando non ho imparato, ma che lo faccia con autorevolezza, convinzione e coerenza, non alzando la voce per poi cedere alle mie provocazioni solo per non sentirmi più fare i capricci.
Ho bisogno di capire a chi mi devo rivolgere quando chiedo di essere aiutato ad uscire dal guscio della mia famiglia e cominciare a vivere nel mondo più allargato della scuola e dei miei nuovi amici e a chi mi devo rivolgere quando ho voglia di essere accolto e consolato dopo una giornata di scuola. La figura di riferimento che mi dovrà insegnare a vivere dovrà infondermi curiosità verso il mondo e sicurezza in me stesso; la figura che mi dovrà consolare dovrà trasmettermi serenità e quella rara forma di soddisfazione e di amore per la vita presente, attimo dopo attimo che è presupposto essenziale e radice fondante di ogni equilibrio e attaccamento maturo”.
Cogli l’opportunità di non lavorare, almeno, spero per te, transitoriamente, per mettere tutte le tue energie e la tua intelligenza nell’accudimento della famiglia: i soldi servono ma non devono diventare una ossessione. Una buona madre e moglie sa certamente tirare fuori quasi uno stipendio virtuale occupandosi a fondo della casa, del marito, dei figli, della spesa, della cucina buona semplice salutare ed economica, del guardaroba, ecc. con quel particolare senso del risparmio e del riciclo che possono valere oro.
Vivila come una opportunità sia di confronto e, perché no? anche di sfida verso una nuova realtà, che di riflessione su te stessa e sulla direzione da dare alla tua vita e ai tuoi ruoli di madre e di moglie.
Vivi il tuo presente e le occasioni che ti offre come se fossero le migliori anziché lacerarti nell’ambivalenza di chi sta a casa pensando a cosa perde sul lavoro, di chi sgrida il bambino piena di sensi di colpa per avergli rifiutato qualcosa e di chi, magari, addossa alla persona che le sta più vicino, come il marito, per esempio, delle colpe che inconsciamente sa essere solo sue. Il bambino ha sete di valori veri capaci di orientarlo nella vita. Per avere esperienza di tutti i colori del mondo deve iniziare da quelli basilari, cioè il rosso, il blu e il giallo.
Poi dovrà conoscere bene il bianco e il nero e solo dopo avrà gli strumenti necessari per inventarne altri mescolando i primi tra loro e saprà finalmente esplorare il mondo con gli strumenti e l’autonomia necessari. L’educazione ha un duplice scopo: insegnare ed inculcare questi valori, soprattutto con l’esempio personale e solo secondariamente con le parole, e tirar fuori dalla personalità ancora embrionale del bambino le sue reali aspirazioni e propensioni. Il primo scopo si ottiene lavorando molto su se stessi in modo da offrire al bambino un esempio di maturità e di equilibrio e il secondo scopo si ottiene cercando di mettersi da parte per dare spazio e ascolto al bambino e alle sue peculiarità.
Il primo sarà un passo avanti verso il bambino e le sue esigenze, il secondo sarà un passo indietro in modo da creare una certa distanza dal bambino stesso che dovrà essere colmata da uno spazio di fiducia e di libertà. Ma il senso di fiducia in se stesso e di libertà, per essere trasmesso, dovrà prima di tutto appartenere profondamente alla personalità dei genitori, altrimenti non potranno essere credibili e il bambino, privato di questi capisaldi, non riuscirà a trovarli da solo se non a prezzo di dolorosi tentativi ed esperienze frustranti.