Rx e tumori

Gentilissima Dott.ssa mia figlia di 10 anni per più di 3 settimane ha accusato dolore al femore destro, quindi abbiamo deciso di fare una RX bacino in doppia proiezione per controllare la testa del femore e tutto bene, in un secondo momento mi sono informato tramite internet e ho letto che le RX danno tumori, anche perché mia figlia da piccola per bronchiti e stata a sottoposta a 3 RX torace…che mi dice Dottoressa, una RX bacino in doppia proiezione quante Usv equivale…grazie

Le radiazioni ionizzanti agiscono nei tessuti umani sotto forma di energia che viene in essi depositata e può, teoricamente, ma a dosaggi elevatissimi, provocare danni alle cellule, alle strutture biologiche più complesse e al DNA. L’unità di misura delle radiazioni è il Gray (abbreviato Gy) che corrisponde alla cessione di 1 Joule di energia pro chilo di peso.

Di solito, sia per quanto riguarda la dose di radiazioni che ognuno di noi assorbe quotidianamente dai raggi cosmici (che aumentano quando si viaggia in aereo), dalle radiazioni normalmente presenti nel terreno oppure provenienti dal radon presente negli edifici (per non parlare delle radiazioni che le persone meno giovani dei giovani di oggi hanno assunto per anni davanti ai tubi catodici dei vecchi televisori!), sia per quanto riguarda la dose di radiazioni che vengono assorbite quando ci si sottopone ad una radiografia, siamo nell’ordine di milliGray, quindi di un dosaggio mille volte inferiore all’unità di misura.

Una radiografia, solitamente, emette una quantità pari a 1 mGy se si tratta di un rx alle ossa che sono ben visualizzabili quindi servono dosaggi minimi e poco di più se si tratta di radiografia dei tessuti molli. Una TAC per esempio, sprigiona circa 8mGy, sempre poco rispetto alle infondate preoccupazioni di chi vi si sottopone. Pensiamo, infatti, che la quantità di radiazioni normalmente assorbite durante una giornata (suolo, aria, edifici) è dell’ordine di circa 3 mGy e questo significa che, anche senza saperlo, il nostro organismo assorbe quotidianamente 3 mGy senza colpo ferire e senza conseguenze.

Si calcola che le prime alterazioni ematiche dovute all’azione delle radiazioni ionizzanti possono iniziare a manifestarsi dopo un assorbimento di 500 mGy, cioè 200 volte di più rispetto alla normale dose giornaliera, ma anche in questo caso, non è affatto detto che una alterazione riscontrata porti ad una malattia perché l’organismo mette costantemente in atto risorse e meccanismi biologici efficacissimi che riparano i danni cellulari appena si presentano.

Si tratta di danni prevalentemente di tipo ossidativo, i più famosi radicali liberi che tanto ci viene detto di contrastare con sostanze ed alimenti idonei come alte dosi di frutta e verdura e fra esse succo di uva nera, mirtilli, fragole, cavolo e verza, spinaci, arance e agrumi in genere, peperoni e, a seguire, tutta la frutta fresca e moltissime altre verdure, specie se di stagione e da coltivazioni biologiche. Anche embrione e feto non vengono danneggiati da dosi di radiazioni inferiori a quelle sopracitate. Radiologi e addetti al calcolo delle radiazioni gamma dei cantieri assorbono non più di 50 mGy al giorno e non sono a rischio. Anche qualora una persona abbia necessità di essere sottoposta ad un’alta concentrazione di radiazioni, quello che conta è l’effetto accumulo: se l’esposizione avviene una tantum e non è ripetuta nel tempo o comunque è distanziata da mesi, le cellule dei suoi tessuti, qualora avessero subito una modificazione, avrebbero tutto il tempo di sanare il danno. Qualcuno calcola che 2-4 radiografie all’anno siano assolutamente innocue, ma anche di più se distanziate nel tempo.

Bisogna poi dire che gli attuali apparecchi sono a bassissima emissione e le radiografie vengono spesso digitalizzate il che significa che le immagini vengono ottimizzate dal computer anche se la bassa emissione di raggi le rendesse poco nitide. Serve quindi una quantità di radiazioni decisamente inferiore rispetto ai decenni precedenti. I controlli sulle apparecchiature, poi, sono costanti e severamente codificati da norme CEE. Infine bisogna dire che non è ancora possibile stabilire un eventuale danno da radiazioni ionizzanti in un singolo individuo perché i meccanismi di reazione e di riparazione tessutale sono diversi in ognuno di noi quindi le statistiche hanno poco valore pratico. Data la mia età, ho iniziato a svolgere la mia professione in un’epoca nella quale gli apparecchi erano decisamente più rischiosi di ora e per di più non esisteva ancora la figura del tecnico radiologo neonatale.

Pertanto eravamo noi pediatri a dover praticare radiografie quasi quotidianamente ai piccoli pazienti. Il grembiule schermante esisteva già, ma qualcuno purtroppo doveva necessariamente sacrificarsi per tenere fermo il neonato e braccia e mani erano scoperti. Il problema si presentava in media un giorno sì e uno no. Gli unici controlli erano il calcolo delle radiazioni periodicamente e come premio 15 giorni di ferie in più. Dopo decenni sono ancora qui a raccontarlo. Quindi, per quanto riguarda la tua bambina, puoi dormire sonni più che tranquilli!

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