Scarlattina ed esami urine

La mia bimba di 3 anni e 6 mesi ha contratto la scarlattina. A 6 mesi ha avuto le infezioni alle vie urinarie ed è stata sotto antibiotico per un anno e mezzo. Adesso che ha la scarlattina, per paura delle infezioni, le ho fatto l’esame delle urine completo e urinocultura. A voce mi è stato detto che è positiva, ma devo aspettare antibiogramma. Devo preoccuparmi o è positiva  per colpa dello streptococco della scarlattina?
Grazie

Silvia

In seguito ad una scarlattina, ma anche in seguito ad una infezione tonsillare o cutanea o in altri distretti corporei sostenuta da uno streptococco beta emolitico di gruppo A, batterio responsabile  della scarlattina, per esempio, è sempre opportuno controllare che questo germe non abbia compromesso anche i reni, ma non per una diffusione diretta dello streptococco in quanto tale a livello delle vie urinarie: non si ricerca, cioè, la presenza dello streptococco come quando si fa una urinocultura in caso di infezione alle vie urinarie.

In determinati soggetti o quando si è in presenza di determinati ceppi di streptococco detti nefritogeni, in seguito all’infezione e alla conseguente produzione da parte dell’organismo che ne viene colpito, di anticorpi specifici, si può creare un particolare processo detto autoimmune in seguito al quale i complessi formati dall’aggregazione tra l’antigene, cioè il batterio e l’anticorpo, diventano aggressivi nei confronti di determinate strutture o organi del corpo, in questo caso del rene e le alterazioni prodotte dall’aggressione di questi complessi antigene-anticorpo danno luogo ad una diffusa infiammazione a livello dei glomeruli e, in seguito, di tutto il parenchima renale che porta ad una alterazione acuta, quasi sempre transitoria e autolimitante, della funzionalità renale, cioè ad una nefrite post streptococcica.

 Non si tratta, quindi, come nel caso della cistite o della pielonefrite infettiva, di una infezione delle vie urinarie in senso stretto ma di una reazione infiammatoria di tipo autoimmune secondaria alla presenza di complessi, cioè di aggregazioni tra batterio e anticorpo specifico circolanti nell’organismo infettato dallo streptococco beta emolitico di gruppo A. La terapia antibiotica che si instaura in caso di scarlattina o di qualsiasi altra infezione sostenuta dallo streptococco beta emolitico gruppo A è soltanto finalizzata ad aiutare l’organismo a combattere l’infezione velocemente per ridurre al minimo la possibilità che si formino i complessi antigene anticorpo di cui sopra, potenzialmente dannosi per il rene ma non solo per questo organo.

L’esame delle urine che ti è stato suggerito, quindi, non ha nulla a che vedere con le pregresse infezioni alle vie urinarie di cui ha sofferto la bimba: l’esame delle urine può essere risultato positivo relativamente alla presenza di batteri per una nuova infezione alle vie urinarie che nulla ha a che vedere con la scarlattina attuale, oppure può essere risultato positivo riguardo alla presenza di sangue nelle urine o di cilindri, o di altri elementi che suggeriscono la presenza di una nefrite verosimilmente post streptococcica, quindi non infettiva ma autoimmune.

Qualora l’antibiogramma risultasse positivo, bisognerebbe pensare ad una ennesima infezione urinaria concomitante ma indipendente dalla scarlattina, mentre qualora l’antibiogramma risultasse negativo pur in presenza di un risultato dell’esame delle urine positivo per infiammazione, cioè con presenza di emazie, leucociti, cilindri vari, ecc., bisognerebbe invece orientarsi verso una nefrite verosimilmente post streptococcica di tipo autoimmune ma non infettiva. Nella prima ipotesi sai già per esperienza che la terapia è, ovviamente, l’antibiotico specifico dato per un tempo relativamente lungo, mentre nel secondo caso, anche qualora la tua pediatra decidesse di somministrare antibiotico, lo farebbe non per curare la nefrite post streptococcica, ma per cercare di eliminare completamente l’eventuale presenza di streptococchi ancora circolanti anche dopo la risoluzione della scarlattina, streptococchi che potrebbero dare luogo ad una ulteriore formazione di complessi antigene-anticorpo aggressivi nei confronti del parenchima, cioè del tessuto renale. Spero di essere stata sufficientemente chiara.

Un caro saluto, Daniela

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