Tosse e catarro a tre mesi

Buon giorno Dottoressa,

vorrei se possibile un consiglio: Ho un bambino di 3 mesi e da questa notte mi sono accorta che ha il catarro e ha anche un pò di tosse.

Come posso aiutarlo?

Grazie in anticipo.
 

Un bambino così piccolo va sempre visitato, anche quando i sintomi farebbero pensare ad un banale raffreddore: spesso, infatti, i lattantini di pochi mesi possono avere reazioni bronchiali o bronchiolari (i bronchioli sono le ultime diramazioni dell’albero bronchiale, quelle più piccole) ad insorgenza rapida, poco tempo dopo i primi sintomi catarrali, la famosa bronchiolite.

Comunque, ai primi sintomi da raffreddamento è bene umidificare l’ambiente dove vive e dorme il bambino con apposito umidificatore fino quasi ad appannare i vetri della finestra; poi misurare la febbre (a questa età il modo migliore è la via rettale) per poterla riferire al pediatra in caso di primo consiglio telefonico.

Se vi è muco fluido trasparente che cola dal naso, si può aspirare con l’apposita pompetta più volte al giorno, preferibilmente prima della poppata e se, anche dopo aspirazione, che per forza di cose resta piuttosto superficiale, si sente ancora un respiro rumoroso, si può somministrare soluzione fisiologica in entrambe le narici, anche questa più volte al giorno.

Fatto ciò, si deve controllare la regione giugulare, cioè la base del collo, all’altezza delle clavicole e il torace: se, in fase inspiratoria, si nota che la cute si deprime, cioè se si apprezzano rientramenti sia a livello delle clavicole che intercostali e il bambino presenta una frequenza respiratoria più alta del solito, è bene non aspettare e farlo visitare.

Altra cosa da osservare è, avvicinando l’orecchio alla bocca e al torace del piccolo, se si apprezzano piccoli lamenti espiratori, cioè quando il bambino butta fuori l’aria inspirata oppure piccoli rumori simili a fischi. Anche questo è motivo di visita senza indugio.

Anche il colorito deve essere osservato: se è più pallido del solito (in modo apprezzabile intendo: quando stanno male tutti i bambini sono un po palidi) è un’ulteriore informazione da dare al medico.

In definitiva, il genitore, se è la prima volta che il bimbo si ammala, di sua iniziativa può solo umidificare l’aria e le mucose del piccolo e imparare l’abitudine di andare a ricercare tutti i sintomi che ho descrito ora. Non ti mettere in allarme per questa risposta, non è affatto detto che un semplice episodio catarrale debba per forza degenerare, soprattutto se allatti il bimbo al seno e trasmetti i tuoi anticorpi, però è bene imparare a saper aiutare il medico nella valutazione dell’urgenza o meno di una visita, domiciliare o ambulatoriale che sia: questo per non creare né falsi allarmismi né deprecabili leggerezze.

Col tempo diventerai esperta e saprai gestire benissimo i tuoi comportamenti, ma se questo è il tuo primo bambino, è bene che tu lo faccia visitare una volta di più piuttosto che una di meno. Naturalmente, in casa di un bambino molto piccolo, ma comunque nelle case di tutti i bambini, deve essere severamente vietato fumare, anche solo occasionalmente e persone affette da sintomi che possano fare pensare all’influenza devono tenersi rigorosamente alla larga. Nello stesso tempo, i riscaldamenti non devono essere tenuti molto alti (20-21°) e il bambino nemmeno deve essere tenuto molto coperto. L’aria degli ambienti dove soggiorna deve essere cambiata, in qualsiasi clima, almeno tre volte al giorno, spalancando le finestre a turno per almeno 15-20 minuti con bambino in altra stanza, perché si sa che l’aria di un ambiente tenuto chiuso per varie ore al giorno dove vivono più persone è decisamente più inquinata dal punto di vista batteriologico dell’aria magari inquinata di una grande città. Sarebbe bene che tutti i soggetti, anche adulti e sani, che ruotano attorno al bambino, si vaccinassero contro l’influenza al più presto, visto che la si attende per gennaio e siamo ancora in tempo anche se per poco. Infine, bisogna ricordarsi di idratare sempre il bambino offrendogli il seno e magari aggiunte di acqua, se non le disdegna, un po più spesso del solito se respira con dificoltà o si alimenta meno del solito.

Un caro saluto,

Daniela

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