Una lunga e travagliata storia di reflusso a due mesi

Gentile dottoressa,

a mio figlio Mattia è stata diagnosticata un’esofagite da reflusso, pur senza aver mai fatto indagini diagnostiche, ma solo sulla base dei sintomi da me riportati. Sin dalla nascita il bambino si è alimentato in maniera inadeguata, stava attaccato al mio seno anche un’ora, ma senza mangiare mai più di 40 grammi. La neonatologa mi disse di dargli un’aggiunta, ma lui non la ha mai bevuta volentieri ed io mi sono accorta che non appena il latte scendeva nello stomaco si sentivano dei rumori allucinanti, inoltre il bambino a detta della pediatra curante aveva una crescita stentata.

Il tentativo di far bere più latte al bambino col biberon,sia LA che latte materno spremuto, ha fatto emergere la sintomatologia. Mattia piangeva durante ogni pasto e nella mezz’ora successiva, rifiutando il biberon, inarcandosi e scuotendo la testa a destra e sinistra. Il bambino ha il singhiozzo 5-6 volte al giorno, saliva abbondantemente, talvolta rimina e fa delle facce come se dovesse vomitare, ma non lo fa. Non ha mai rigurgitato abbondandemente, ma in un’occasione ho visto del sangue in un rigurgito e mi sono allarmata. Nel frattempo il mio latte è andato via.

Inizialmente la pediatra ha provato a darci un latte senza le proteine del latte, pensando ad un’intolleranza, ma ciò ha avuto l’effetto che il bambino ha mangiato ancora meno. Siamo stati inviati in ospedale a causa del fermo peso del bambino, dove ci hanno prescritto 1,4 ml di ranidil 2vv al giorno, ma dopo 15 giorni di terapia non abbiamo visto effetti. Siamo stati inviati dal gastroenterologo pediatrico che al ranidil ha aggiunto 1ml di domperidone 20 minuti prima di 4 pasti (sui 7 che allora faceva Mattia) e ci ha dato un Latte antireflusso addensato con farina di carrube. Ci ha dato anche dei consigli posturali.

Inizialmente Mattia ha cominciato a finire finalmente tutto il biberon, anche se il dolore durante il pasto permaneva, tanto che ci impiegavamo più di un’ora a finire tutto. Ma dopo una settimana ci siamo accorti che quel latte addensato con farina di carrube ha procurato dei problemi intestinali ed ha rallentato la crescita. Abbiamo provato con un latte addensato con amido di riso pregelatinizzato, ma Mattia se sente scendere qualcosa di liquido in gola non prova nemmeno a mangiare.
Dopo un giorno di quasi digiuno ho chiesto al gastroenterologo se potevo addensare il latte con crema di riso e mi ha detto che potevo aggiungere a 120 Ml di latte 2-3 misurini di crema di Riso.

Così facendo Mattia ha ripreso a mangiare circa 120 ml per 5 pasti e in una settimana ha messo su 290 grammi (che mi sembrano persino troppi). La sofferenza durante il pasto persisteva ed il medico mi ha detto di aumentare a 1,5 il domperidone e di somministrarlo almeno 30 minuti prima del pasto e non più 20, ma il risultato è che il bambino comincia a piangere ancora prima del pasto e non mangia più di 100 – 120 ml, piangendo e disperandosi anche per più di un’ora a pasto. Tra le poppate il bambino non piange mai di dolore, nemmeno quando a distanza fa dei piccoli rigurgiti. Di notte dorme anche 5-6 ore.

Soffre solo durante il pasto. Addirittura se dorme non piange nemmeno e mangia tutto. Tanto è vero che spesso comicia a piangere all’inizio del pasto, beve 20-40 ml in un’ora poi sfinito dal pianto di addormenta e in 10 minuti finisce il resto senza piangere. Il bambino ha due mesi, è lungo 53 cm e pesa 4.700 (alla nascita 3.800, 50 cm).

Ora arrivo alle domande.
1) Se il bambino con una maggior dose di Domperidone comincia a piangere ancora prima e visti i movimenti di pancia istantanei
all’inizio del pasto e il fatto che dopo i pasti non abbia particolari problemi non può essere che il suo reflusso sia dovuto una eccessiva motilità dello stomaco oltre che all’immaturità del cardias? in questo caso il domperidone potrebbe peggiorare le cose?

2) perché quando il bambino dorme non ha dolore da reflusso?

3) Ho letto nelle sue risposte ad altre mamme di usare con cautela la crema di riso per addensare, aggiungendola con gradualità ed in piccole quantità. Vorrei sapere perché? io l’ho aggiunta all’improvviso e mettendone 2 misurini e mezzo (quelli del latte) in
120 ml di latte. Può causare problemi al bambino? Lui non mangia assolutamente nulla che abbia una densità inferiore?

4) addensando così tanto il latte potrebbe avere problemi di idratazione? Lui in ogni caso rifiuta l’acqua perché troppo liquida.

5) ha senso continuare a somministrare questi farmaci dopo 3 settimane di terapia senza effetti?Pensi che oggi il bambino ha sofferto così tanto che si è strappato da solo i capelli dalla testa mentre piangeva e sudava freddo.

6) potrebbe essere di qualche utilità fare degli esami?

Mi sono dilungata nella speranza di fornirle tutte le informazioni per poter comprendere meglio la mia situazione.La ringrazio
anticipatamente per ogni risposta che vorrà darmi.

 

Gli amidi vanno introdotti con gradualità perché è solo dovendoli digerire che il pancreas e l’intestino iniziano a secernere gli enzimi utili allo scopo: dandone una grossa quantità tutta assieme potrebbe esserci il rischio di una cattiva assimilazione, ma bastano pochi cucchiaini e pochi giorni di somministrazione per stimolare la sintesi enzimatica, a qualsiasi età. I dolori dell’esofagite da reflusso che sembrano disturbare così tanto il bimbo possono anche associarsi ad un riflesso gastro colico particolarmente vivace che induce i movimenti peristaltici intestinali già dopo le prime sorsate di un liquido caldo nello stomaco e nell’intestino.

L’assunzione di un procinetico, indicatain caso di reflusso gastro esofageo addirittura, a volte, come primo farmaco di scelta prima di arrivare all’antiacido, in un soggetto con riflesso gastro colico accentuato, può indurre un veloce riempimento duodenale proprio per veloce svuotamento gastrico nel duodeno, che inizia già dopo le prime sorsate di liquido e i primi movimenti di deglutizione, inducendo precocemente, prima della fine della poppata, i classici doloretti intestinali dovuti alla vivace peristalsi che molti bambini comunemente hanno ma solo a fine pasto, quindi concordo con te che il domperidone potrebbe, credo, essere sospeso, anche soltanto per prova o magari ridotto.

Se la ranitidina non ha l’effetto voluto, potrebbe essere sostituita con omeprazolo o lanzoprazolo, che sono ugualmente antiacidi. Il bimbo, inoltre, potrebbe rifiutare il latte perpaura avendo associato i suoi dolori alla presenza del biberon o per non gradimento del sapore del latte e anche della consistenza liquida. Pertanto, se un alimento adeguatamente addensato lo fa stare più tranquillo e se la digestione di una così grande quantità di amidi non crea problemi, visto che se assumesse solo latte dovrebbe fare più o meno 5 poppate da 150 gr, per il suo peso, basta diminuire la quantità di latte ad ogni poppata, come stai già facendo e integrare con la quantità di amidi che al bambino sono necessari per raggiungere la densità desiderata dei pasti. La riduzione della quantità totale dei liquidi può essere compensata da un biberon di 180, 200 gr di un liquidoa lui gradito, come camomilla o tisana, sorseggiata piano piano durantele 24 ore.

In fondo non sarà poi così difficile dare 15, 20 gr di liquido 5 o sei volte al giorno al bimbo. Volendo, anche questo liquido potrebbe essere addensato con crema di riso togliendo circa mezzo misurino di crema di riso alle poppate di latte e mettendo il tutto nel biberon di camomilla o altro. In questo modo avresti raggiunto i vari obiettivi di non ridurre la quantità complessiva di liquidi della giornata, di mantenere la quantità di amidi necessaria al bambino e di non eccedere nel latte che, sommato agli amidi, potrebbe fare aumentare troppo di peso il bambino.

Se, però, questo aumento di peso attuale, un po eccessivo per la verità dovesse persistere anche dopo che il bimbo avrà recuperato il peso, cioè il mancato aumento di peso delle prime settimane (considerando il suo peso nascita potrebbe raggiungere i 6 chili attorno a due mesi e mezzo), la sua alimentazione andrebbe regolamentata diversamente, magari riducendo il numero delle poppate a 4aumentandone, ovviamente, le quantità, oppure addirittura svezzando il bambino con molta gradualità anticipatamente con almeno due pasti a cucchiaio come brodo vegetale più farine e farina lattea. Se si trova una alimentazione adatta a risolvere i problemi digestivi e di dolori del bimbo, non ritengo necessari altri approfondimenti diagnostici, almeno per ora, ma se i disturbi dovessero persistere, sarebbe bene procedere con ecografia ed gastroscopia o phmetria transesofagea. Ma questo non è un problema da affrontare adesso.

Un caro saluto, Daniela

Una lunga e travagliata storia di reflusso a due mesi

1 commento su “Una lunga e travagliata storia di reflusso a due mesi”

  1. Buongiorno, ho letto la storia di Mattia .. e incredibilmente mi sembrava di leggere quella di mio figlio Nils! Nils ha due mesi (domani) pesa 4.5kg e stiamo vivendo esattamente la stessa esperienza da un mese e abbiamo provato le stesse medicine e latte senza proteine .. ottenendo gli stessi risultati di Mattia.
    Mi domandavo se potesse farmi sapere se ha scoperto quale fosse il problema e quando si e’ risolto! E’ una situazione molto stressante e stancante fisicamente e moralmente e qualsiasi input mi aiuterebbe!
    Grazie mille
    Elena

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