Amore o co-dipendenza affettiva?

Gentile dottoressa,
Siamo insieme dal 1989: quasi vent’anni…
Ho investito sentimento, energie, denari (tra risparmi, stipendi accreditati su C/C comune e finanziamenti accesi per prestiti a lui, perennemente in extremis con protesti ecc ).
Non mi ha mai sposata perchè si ritiene "spirito libero" neanche la nascita di nostro figlio, ora 9 anni, lo ha indotto a questa (mia agognata) celebrazione di matrimonio.
Viviamo in affitto solo da un anno, prima da mia madre e ancor prima dalla sua, con un bagaglio di miserie umane lancinanti.
Nonostante io abbia sfidato il mondo: ex Ufficiale di Coperta, Capo Villaggio, Capo Area e Tour Leader per 12 anni ( anche con il bimbo neonato fino alla seconda Intifada ) ed ora assisto docente universitario, precariamente ed irrisoriamente pagata, perchè in Aprile conseguirei Master che finalmente mi aggiudicherebbe più titoli ad un concorso per insegnamento.
Sono piena di debiti, adesso lui ne ha contratti per altri 40.000 ed io ho dato tutto: anche il risarcimento atto a plastica ricostruttiva dopo incidente stradale cui fui coinvolta.
Con il sorriso sfigurato, quattro carte revolving al collasso, tre finanziamenti accesi per lui da pagare in quattro anni più l’affitto, le utenze …sono a terra…
Proprio a pochi metri dal traguardo sento di non riuscire ad alzarmi dal letto, ad affrontare la giornata contando i soldi per il treno, i buoni pasto del bambino, quale utenza fare andare in mora stavolta …
Per il bambino mantengo decoro, domenica a messa, sempre presente alle riunioni, l’accompagno alle partite di calcio (da sola, mentre il padre insegue clienti – creditori che non lo pagano mai (è commerciante ) e mi costringe ad ipotecare, anno per anno, la mia vita.
Ho la possibilità dal prossimo giugno di trasferirmi in altra città europea e starci, pagata più di qua e con rimborso affitto, almeno un anno: ne avrò il coraggio?
Le precedenti occasioni le ho perse tutte ( i denari del viaggio li prestai a lui…) e questo è l’ultimo atto…
Sono senza forze, ormai sto arrendendomi ad un destino che mi fa fare nove passi indietro ogni passo progredito: non fumo, non bevo, mai drogata né promiscua né vizi di alcun genere eppure vivo come una disperata…
Che fare?
Gli psicologi e gli avvocati costano …e non posso abbandonarlo, privare nostro figlio del padre "Paperino" sempre sfortunato in affari.

Grazie 

Patrizia


   Gentile signora,
La sua storia molto difficile merita di essere riletta ed approfondita insieme con uno specialista, che possa aiutarla a capire quali atteggiamenti modificare e quali aspetti di questa relazione sono invece solidi e saldi.
La stanchezza è palpabile, ma anche il coinvolgimento lo è, quindi non ritengo opportuno pensare adesso a separazioni che poi non sarebbero psicologicamente sostenibili.
E’ vero che le terapie hanno un costo, ma è anche vero che ci sono psicologi alla asl in grado di aiutarvi come coppia a capire se, ad esempio: le sfortune di suo marito sono solo sfortune o si tratta di un disturbo clinicamente curabile (come ad esempio un disturbo bipolare dell’umore), se il suo stato emotivo attuale può essere rimediato in modo da darle la possibilità di cercarsi un lavoro migliore e fare delle scelte soddisfacenti, se sono necessarie terapie farmacologiche.
Le consiglio di prendere un appuntamento con uno psichiatra (preferibilmente in un centro universitario ospedaliero) narrare tutta la storia, descrivere il suo stato e decidere con lui un piano terapeutico. In bocca al lupo per tutto.

Dr.ssa Claudia Ravaldi 

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