Genitori separati. Rapporto con il figlio

Buongiorno,


sono Gloria, mamma di Lorenzo (che ha 3 anni appena compiuti).
Da quando Lorenzo aveva 10 mesi io e il suo papà siamo separati.
Passato il primo periodo, veramente molto duro a causa del fatto che Gabriele (papà) era molto centrato su se stesso e quindi non leggeva i reali bisogni del bimbo, ora è tutto molto armonico e bello.

Lorenzo presenta (praticamente dalla nascita) un quadro clinico un pò complesso legato ai polmoni (produce costantemente catarro), quindi sta spesso male (con ricoveri, ecc) e non nego che in alcune circostanze questa cosa ci abbia messo ansia, ma abbiamo sempre cercato, nei limiti del possibile, di non trasferirla al bambino.

Fin dai primi giorni della nostra separazione, d’accordo con Gabriele ci siamo fatti seguire da una psicopedagogista cercando d’indirizzarci nella direzione migliore per Lorenzo, ma non sempre mi è stato facile mantenere l’equilibrio.
Fin da piccolissimo (la prima volta a 13 mesi quando ancora stavo allattando), per volere del papà, Lorenzo ha iniziato a dormire via (noi siamo di 2 città diverse) 1 notte ogni 15 giorni.
Al suo ritorno, proprio come ci aveva spiegato la dottoressassa, mio figlio era sempre arrabbiato con me e mi trattava malissimo passando da adorazione completa a dimostrazione di odio nei miei confronti.
In seguito Gabriele pretese le 2 notti ma già dalla prima Lorenzo peggiorò molto il suo stato di salute, e così dopo poco l’idea delle 2 notti venne accantonata. Ora Lorenzo (che ha avuto un precoce sviluppo motorio ma un lento sviluppo nel linguaggio), da qualche mese quando è via al telefono la sera dice che vuole tornare a casa (per questo ho deciso di non farmi sentire la sera).

Il mese scorso appena arrivato a casa di papà ha volontariamente fatto pipì sulla porta prima di entrare e ieri, prima di partire (e per la prima volta) mi ha chiaramente detto che lui voleva rimanere a casa sua. Infine questa mattina quando ci siamo sentiti mi ha subito detto che lui voleva tornare a casa.
Gabriele fa finta di nulla davanti ai fatti che accadono (me li racconta senza fare commenti), non so se perchè non se ne rende conto oppure perchè non gli fa piacere. In questi giorni chiede nuovamente le 2 notti, e fino a ieri pensavo fosse un idea giusta, ma ora non ne sono più molto convinta.

Secondo lei cosa dovremmo fare?
Cercare di rispettare e capire la volontà di Lorenzo (che è quello che farei io) oppure forzare un po’ la mano?

E’ possibile che una delle cause per cui non vuole andare sia il fatto che suo padre porta il bambino dalla nonna (vedova) lasciandolo per molto tempo là da solo (per motivi di lavoro) e comunque quando sono lì stanno molto con la nonna perchè lei ricatta Gabriele piangendo se non lo porta lì?
La dott.ssa che ci segue ha definito la nonna “ape regina”.

Sempre la stessa dottoressa mi ha spiegato che il problema con Lorenzo è mio perché per lui sono io ad abbandonarlo e a permettere che questo accada quindi ad avere la colpa di tutto.

In questo caso proiettando il rapporto, i problemi futuri saranno con me.

Grazie Gloria

Gentile mamma,
lasciando perdere metafore, api regine etc, vorrei soffermarmi sui dati evidenti che abbiamo a disposizione e provare concretamente a fornirvi stimoli operativi per leggere la situazione dalla parte del bambino.
 
Lorenzo è piccolo (e necessita di ascolto e comprensione LUI, non gli adulti).
Da sempre viaggia in due città diverse e cambia case e persone. Mi corregga se sbaglio, ma non vi vede mai insieme e sa bene che vedere il padre implica stare lontano da lei.
 
Inoltre deve anche consolare la nonna vedova. Ma dove sta scritto che un bambino debba consolare un adulto?
 
A tutto questo si aggiunge anche il problemia del linguaggio, per cui magari fa fatica a far valere le sue ragioni (se non attraverso gesti esemplari, come pipì fuori posto o parolacce).

Mi sembra che le risposte stiano tutte qui, e ritengo che dovreste intraprendere un lavoro psicoterapeutico tra voi genitori, per imparare a comprendere meglio i bisogni del bambino, e non a negarli.
Questo non ha nulla a che vedere con il fatto di essere cedevole o viziarlo o quant’altro, questo è costruire la sua serenità e la sua capacità di sentirsi sicuro.
Se suo marito è in grado di aspettare qualche anno che vostro figlio possa sentirsi libero e tranquillo, ne guadagnerete tutti, e sicuramente i soggiorni saranno più lunghi e più piacevoli, in ambedue i posti.
In questa situazione, invece, c’è una lotta di potere e di egoismi tra adulti, che, da che mondo è mondo. non ha mai portato salute e serenità, ma che ormai inequivocabilmente emerge in ogni separazione precoce.
Vi faccio molti auguri

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