Gentile Dottoressa,
il mio bambino ha 28 mesi. E’ un bambino molto vivace, curioso, sempre molto allegro e molto molto coccolone. Il suo problema non è lo scarso appetito, ma il modo in cui mangia. Non sono mai riuscita a fargli fare un pasto senza biberon. Si rifiuta categoricamente, ma soltanto a casa, di mangiare cibi solidi. La sua alimentazione quotidiana è così composta: colazione: 250 ml di latte con sei biscotti; pranzo: 250 ml di latte, un liofilizzato di carne oppure formaggino o ricotta, o un uovo sodo, mezza banana (anche di più) nove biscotti; merenda: quando va bene un pochino di schiacciata o pizza; cena: 250 ml di latte, una pera, il resto come a pranzo. Dallo scorso settembre frequenta l’asilo nido. E lì, a parte il primo mese che ha digiunato, mangia regolarmente tutto e tutto da solo! A casa non c’è niente da fare! ho provato in tutti i modi possibili, ma niente. Non ho mai forzato più di tanto perché si arrabbia molto e io ho il terrore di stressarlo e di peggiorare le cose. Il mio bambino per ora ha una crescita regolare. E’ un pochino più alto della media e pesa circa 13 chili (alla nascita 2,950 Kg).
Non ha nessun tipo di problema. Il pediatra mi ha sempre tranquillizzata, perché appunto la crescita va bene, il mio bambino è sano e da un punto di vista di comportamento e relazione, come ho scritto, è molto vivace e allegro. Dal punto di vista motorio mi è stato detto addirittura che è particolarmente avanti (è agilissimo e velocissimo). Ho pensato che il suo attaccamento al biberon sia un po’ una sorta di …attaccamento al seno. L’ho allattato per circa nove mesi e mezzo e devo dire che il momento dell’allattamento è sempre stato particolarmente intenso e di grandi coccole. Le stesse coccole, in effetti, me le riserva al momento dei pasti. Così come le riserva a mia madre. Il punto è che adesso il mio bambino è un ometto, e si comporta come un ometto.
Mi piacerebbe vederlo mangiare come tutti i bambini… Cosa devo fare? E’ possibile che non si stacchi dal biberon?
Grazie
Marina
Cara signora,
dalla dettagliata descrizione che mi fa dell’ "ometto", non credo che ci siano per ora problemi per i quali chiedere l’aiuto di uno specialista. Vorrei soffermarmi sulle sue parole " Ho pensato che il suo attaccamento al biberon sia un po’ una sorta di …attaccamento al seno. L’ho allattato per circa nove mesi e mezzo e devo dire che il momento dell’allattamento è sempre stato particolarmente intenso e di grandi coccole. Le stesse coccole, in effetti, me le riserva al momento dei pasti. Così come le riserva a mia madre." L’Ometto, così pronto, avanti e in grado di mantenere le regole sociali, anche all’asilo, ha ancora bisogno di mantenere questo rituale del biberon come suo momento di affetto e di scambio. Come se, passando da biberon a piatto, le coccole non ci fossero più. (Ovvio che non è così, ma forse dal suo punto di vista questo cambiamento è ancora un azzardo)
Un suggerimento iniziale è concentrarsi in un nuovo momento di coccole rituali (la sera prima di dormire, usando una fiaba da leggere (quelle di Nicoletta Costa Emmeedizioni sono particolarmente adatte per questa età), e esercitarci all’assenza del biberon (tipo: oggi andiamo a trovare l’amichetto e facciamo merenda con lui con la schiacciata/yogurt etc) partendo dagli spuntini, per poi, con calma, arrivare a proporre la pizza per cena, o cibi che non stanno nel biberon (tipo il gelato). Il percorso dell’indipendenza è individuale, ogni bimbo ha le sue regole interiori ed i suoi tempi, e checche’ ne dicano alcuni "esperti", forzare un bambino a seguire ritmi non suoi, soprattutto quando non ci sono problemi correlati, è causa di grande stress e sofferenze che possono tranquillamente essere risparmiate. Prendiamo questo biberon come la coperta di Linus, trattiamolo con un po’ di ironia e arricchiamo le nostre giornate di altri momenti coccola o di "interessanti" momenti conviviali (tipo picnic) nei quali il bibe sarebbe ospite indesiderato, e proviamo a facilitare il passaggio da biberon a piatto, prendendoci tutto quest’anno, con calma.
Mi faccia sapere come va, un salutone.