Gentile dottoressa,
mio marito ed io ci stiamo separando giudizialmente e, quindi, con molte difficoltà e rancori. Ma il problema è che nostro figlio G. di 28 mesi non vuole giocare con il padre, lo scaccia se si avvicina per baciarlo, gli dice: "vattene via, sei brutto!". Certo, il bambino ha, purtroppo e mio malgrado, assistito a due episodi di violenza del padre nei miei confronti e a svariate sfuriate del padre. A ciò occorre aggiungere che il padre esce la mattina alle 9 e rientra alle 21 e che tra noi genitori non ci sono scambi di affettuosità e la verbalità è ridotta al minimo indispensabile.
Ovviamente, dell’atteggiamento del bambino sono incolpata io (ed anche la mia famiglia d’origine).
Che atteggiamento deve tenere per favorire il rapporto padre-figlio? (Considerate anche le circostanze).
Ovviamente, dell’atteggiamento del bambino sono incolpata io (ed anche la mia famiglia d’origine).
Che atteggiamento deve tenere per favorire il rapporto padre-figlio? (Considerate anche le circostanze).
Grazie
Carmen
Gentile signora,
quando ci sono cambiamenti così grossi e delicati è sempre opportuno rivolgersi ai servizi di psicologia dell’età evolutiva.
Ci saranno sicuramente nella sua Asl e nei consultori territoriali, psicologi per l’infanzia esperti di situazioni di separazione conflittuale, che potranno aiutare lei e il padre del bambino a stabilire una relazione adeguata e il più soddisfacente possibile per il bene vostro e del piccolo.
Auguri
quando ci sono cambiamenti così grossi e delicati è sempre opportuno rivolgersi ai servizi di psicologia dell’età evolutiva.
Ci saranno sicuramente nella sua Asl e nei consultori territoriali, psicologi per l’infanzia esperti di situazioni di separazione conflittuale, che potranno aiutare lei e il padre del bambino a stabilire una relazione adeguata e il più soddisfacente possibile per il bene vostro e del piccolo.
Auguri