Problemi di sonno

Buongiorno dottoressa,

ho un bimbo di quasi dodici mesi che ha sempre dormito molto. Salvo una fase di qualche mese (tra i tre e i cinque mesi, risolti quando ha iniziato a prendere il ciuccio) in cui alla sera occorreva qualche ora di pianti e urla per farlo addormentare, non abbiamo  mai avuto problemi di sorta.
Fino a qualche mese fa, iniziando con le ferie estive, il bambino ha cominciato a svegliarsi alcune volte di notte. A essere precisi, sembra che lui continui a dormire, ma ugualmente piange e si mette a sedere sul letto. Solitamente uno di noi si alza e va nella sua stanza, lo sdraia, gli da il ciucio e gli fa qualche coccola.
Questo comportamento è peggiorato con l’ingresso al nido, e ormai succede che, a parte le prime ore di sonno, sempre molto pesante (tra le 20 e le 24) poi inizia a "svegliarsi" ogni ora/due ore circa.
Dopo due mesi di ingresso al nido, secondo lei può essere un comportamento ancora legato all’ansia da separazione? E’ il caso forse di farlo piangere affinchè impari a gestire da solo questi risvegli notturni (sempre che siano risvegli e non incubi) e a sviluppare la sua autonomia?
Ho un altro dubbio (mi scusi la lunghezza del testo) riguardo all’addormentamento. In genere il bimbo si addormenta da solo, ma capita a volte che sia più noioso. A volte, quando capita, mio marito entra nella stanza, dopo l’ennesima volta, e gli dice cattivo "adesso basta! mettiti giu!!". Poi gli fa una coccola e lo fa ridere, quindi esce. Secondo lei questo comportamento può essere troppo contraddittorio e può avere un impatto negativo sul bimbo oppure è solo il suo modo di fare e posso sorvolare? (ovviamente il mio modo di gestire la cosa sarebbe prendere in spalla il bambino e cullarlo).
Grazie mille

Monia


Gentile signora,
addormentarsi è un’arte.
Nel senso che, come tutte le arti, prevede di avere competenze tecniche, un buon ambiente per creare, e una certa creatività personale per fare arte anche in momenti più difficili.
Prendiamo il caso del suo bambino: finchè ha potuto, ha fatto da solo, pur dimostrando già da piccolo una sua difficoltà temporanea.
Solitamente il passaggio da veglia a sonno si popola di molto disagio, in tutti i bambini, che, salvo rare eccezioni, hanno bisogno della presenza dell’adulto per dormire, o si addormentano sfiniti molto tardi dopo avere visto ore di cartoni animati.
In alcuni casi, quando ci sono cambiamenti importanti (e l’asilo è un cambiamento importante) il sonno si frammenta, perchè il bambino chiede una continuità di abitudini anche nel cambiamento.
Quindi, se il bambino tarda a dormire, magari potrebbe essere carino dedicare una mezzora (lei o suo marito o insieme) esclusivamente all’addormentamento, leggendo una storia, o semplicemente stando accanto a parlare (non a saltare o a ridere a crepapelle, sennò si attiva e vi ci vogliono 2 ore).
Sentire che voi ci siete comunque, anche se intorno cambiano alcune cose (come ad esempio stare al nido con un sacco di gente), rassicura e rinforza il bambino.
La genitorialità consiste anche nel modulare le abitudini e le regole sulla base delle novità e dei cambiamenti intercorrenti.
Questo non significa essere genitori mollicci e cedevoli, significa insegnare ai bambini la flessibilità e la sicurezza.
(Io se non si fosse capito, tifo per prenderlo in braccio e cullarlo qualche minuto).
Un saluto.
Claudia

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