Disturbo simpatico. Lo giuro. Così viene beffardamente chiamata in “medichese” la nausea gravidica.
Dove simpatico sta per sistema nervoso autonomo che regola il sintomo. Per chi ci è passato suona però di presa in giro, perché in quel perenne malessere dei primi mesi di gestazione di “simpatico” non c’è proprio niente.
Nausea e vomito sono tra i sintomi più diffusi in gravidanza. Per alcune donne sono addirittura il primo segnale.
Vorrei però tener distinte due manifestazioni che spesso vengono confuse.
NAUSEA
Colpisce il 90% della gravide ed in generale compare tra la 6^ e l’8^ settimana per risolversi o ridimensionarsi tra la 12^ e la 14^ per ricomparire, a volte, nell’ultimo mese di gravidanza. Il principale imputato è il mutamento ormonale, ossia il famoso Beta-hCG o gonadotropina corionica umana, un ormone prodotto dal corpo luteo. Quest’ormone raggiunge la massima produzione tra la 5^ e la 14^ settimana fino all’impianto della placenta. Ciò che accade nell’organismo della gestante è un processo di difesa immunitaria che provoca una maggiore secrezione dei succhi gastrici. E’ questa sensibilità maggiore che provoca quel profondo senso di fastidio, accompagnato da un vero e proprio malessere.
Di solito questi disturbi, preceduti da un senso di vuoto allo stomaco, sono più presenti al mattino (ma non sempre, durante la mia prima gravidanza stavo molto peggio la sera, complice forse la stanchezza) e possono essere scatenati dalla vista o dall’odore di particolari cibi o sostanze e associarsi a volte al cambiamento del gusto.Se la nausea compare negli ultimi mesi di gravidanza, spesso associata a bruciori di stomaco, è causata dalla pressione che l’utero ingrossato esercita sullo stomaco, provocando reflusso dei succhi gastrici. In questa fase è importante:
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Mangiare poco ma spesso
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Limitare l’assunzione di bevande durante i pasti
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Evitare cibi fritti o estremamente grassi
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Non sdraiarsi subito dopo il pasto ma tenere una posizione eretta per almeno quaranta minuti. Io, che soffro di ernia iatale ed esofagite da 10 anni, in gravidanza vivevo con gli antiacidi nel comodino.
Oltre a queste cause fisiologiche occorre considerare anche l’influenza emotiva della donna in questa delicata fase. La nausea può esser anche fattore psicosomatico causato da una paura inconscia della gravidanza.
Elenco di seguito qualche suggerimento per alleviare quel fastidioso senso di disagio causato dalla nausea ma tengo a precisare che ogni donna è a sé e deve trovare da sola ciò che riesce ad alleviare questo disturbo. Io avevo tratto giovamento da alimenti che nessuno mi aveva mai suggerito come, ad esempio, la liquirizia.
La maggioranza dei casi di vomito in gravidanza non richiede particolari cure mediche. Anche se per chi ne soffre sono un grande fastidio, nausea e vomito non provocano danni e conseguenze per il bambino, che nei primi tre mesi attinge direttamente alle riserve della mamma accumulate prima dell’inizio della gravidanza, e non risente nemmeno di un suo mancato aumento di peso.
Se la nausea e il vomito vi debilitano ci sono diversi provvedimenti che potete prendere.
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Evitate gli alimenti raffinati, fritti e speziati, l’alcol e il caffè.
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Se la nausea compare al mattino, quando lo stomaco è vuoto e il livello degli zuccheri nel sangue è più basso, è bene mangiare qualcosa a letto prima di alzarsi. Andranno benissimo i crackers.
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Mangiate poco e spesso.
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Smettete di fumare. Le mamme fumatrici, o che vivono in ambienti con fumatori, sono molto più soggette a soffrire di nausea e vomito delle altre.
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Affidatevi ai vostri gusti personali, senza sforzarsi di mangiare cibi non graditi nella convinzione che facciano bene. Quello che importa è che l’alimentazione sia varia ed equilibrata.
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Se la nausea si accentua sotto lo stimolo di alcuni odori, cercate di stare alla larga dalla cucina. La tempesta ormonale che avviene durante i nove mesi, infatti, acuisce il senso dell’olfatto favorendo una particolare repulsione per certi cibi o bevande, di cui magari in precedenza si era ghiotte, provocando un improvviso attacco di nausea. Tenetevi lontane dalla cucina.
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Sorseggiate acqua gasata con limone spremuto o radice fresca di zenzero grattugiata. Per saperne di più sullo zenzero in gravidanza CLICCA QUI.
Quando nausea e vomito sono lievi non vi è pericolo né per la mamma né per il bambino; possono, però, costituire un problema se la mamma inizia a perdere peso perché i cibi ingeriti non riescono ad essere assimilati.
IPEREMESI O VOMITO INCOERCIBILE
L’iperemesi gravidica è diversa dal solito malessere mattutino con nausea e vomito. Molte donne affette da malessere mattutino ritengono di vomitare tutto quello che ingeriscono, ma se continuano ad aumentare di peso e non sono disidratate, non sono affette da un’iperemesi gravidica. La perdita di peso, la disidratazione e la chetosi confermano la notevole entità del vomito. I fattori psicologici hanno, nell’iperemesi gravidica (che interessa lo 0,5-2% delle gestanti), un’importanza preminente, tanto che l’iperemesi è stata a lungo considerata un disturbo psicosomatico, espressione di tratti di personalità. Ci sarebbe in pratica una specie di inconscia “reazione di rifiuto” verso la gravidanza. Questa tesi è stata rafforzata dall’osservazione del miglioramento e addirittura della scomparsa di questi sintomi in gravide allontanate da situazioni o ambienti psicologicamente stressanti. In realtà, alla base di tale disturbo, sembra esserci una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e socioculturali. Entrano in gioco, infatti, anche reazioni allergiche verso sostanze di derivazione embrionale, deficienze vitaminiche (come la vitamina B6), deficit di ormoni corticosurrenalici e, soprattutto, livelli eccessivi di gonadotropina corionica (Beta-hCG). Quest’ultimo fattore, in particolare, spiegherebbe l’aumento della sintomatologia caratteristico delle gravidanze multiple e delle patologie del trofoblasto. Anche la fisiologica riduzione della secrezione, del tono e della motilità gastrica è sicuramente in gioco come fattore predisponente. Trattamento medico Il ginecologo può decidere di affrontare tale disturbo avvalendosi di medicinali e nei casi più gravi puòessere necessario un trattamento medico con ricovero in ospedale, per la somministrazione di liquidi per via endovenosa e di farmaci contro il vomito; in tal caso si resta a digiuno durante il ricovero fino alla cessazione del vomito.
Consultate il medico se…
- Notate una piccola quantità di urine scure
- Non trattenete i liquidi
- Compaiono vertigini stando in piedi e vi sentite deboli
- Notate palpitazioni o tachicardia (frequenza cardiaca accelerata)
- Vomitate sangue
TANTA NAUSEA? SARA’ FEMMINA!
Tratto da www.clicmedicina.it
Si sospetta da tempo che il sesso del nascituro possa influire sull’insorgenza e sulla severità dell’iperemesi gravidica materna. In particolare, l’appartenenza del feto al sesso femminile sembra essere in questo senso un elemento aggravante, provocando talora forme di iperemesi molto gravi. Già nel 1999, un gruppo di ricercatori svedesi, ha pubblicato su Lancet uno studio che dimostra l’associazione tra iperemesi e feto femmina. Gli autori hanno dimostrato che l’iperemesi è associata as alti livelli di Beta-hCG (l’ormone della gravidanza). Nelle gravidanza con feto di sesso femminile i livelli di Beta-hCG sono superiori rispetto ai casi di gravidanza con feto di sesso maschile.
La più recente ricerca condotta in Malesia, di tipo retrospettivo, ha analizzato 166 gestanti asiatiche, ricoverate in ospedale per iperemesi gravidica. I ricercatori malesi hanno valutato la relazione tra sesso del nascituro e livelli di markers metabolici, biochimici, ematologici e clinici correlati alla severità dell’iperemesi. L’analisi dei dati ha permesso di evidenziare che il sesso femminile del feto era associato al riscontro di elevati valori di chetonuria e di urea sierica nella madre e determinava un incremento del 60% del rischio di sviluppare una iperemesi gravidica. I ricercatori hanno anche rilevato che, allorché al momento del ricovero ospedaliero per iperemesi erano presenti nella madre sia chetonuria che alti livelli di urea, l’83% dei feti risultava di sesso femminile. Gli autori dello studio sottolineano che, benché siano necessarie ulteriori ricerche per confermare la relazione tra i due fattori questi dati già suggeriscono fortemente una reale associazione tra sesso femminile del nascituro e severità dell’iperemesi gestazionale.
Molto discutibili sono però le conclusioni di Peng Chiong Tan e dei suoi colleghi, per lo meno dal punto di vista etico. Il ricercatore malese infatti sostiene che: “Se si riuscisse a confermare che il sesso femminile del feto è il più importante fattore responsabile dell’insorgenza di iperemesi gestazionale, si potrebbe proporre, alle donne che ne hanno sofferto in precedenti gravidanze, il ricorso alla fertlizzazione in vitro, con diagnosi genetica pre-impianto e trasferimento in utero di soli embrioni maschili, al fine di evitare la complicazione”.