Lo sviluppo psicomotorio nel primo anno di vita

sviluppo.jpgIl sistema nervoso, nel primo anno di vita, si sviluppa attraverso unaserie di fasi che si susseguono in modo caratteristico. Questo sviluppoè regolato da un programma genetico e da processi esterni cheinteragiscono con il programma genetico.

Nel neonato soltanto alcune strutture del Sistema Nervoso hannoraggiunto la loro completezza, mentre la maggiorparte sono destinate a svilupparsi durantela vita extra-uterina, soprattutto nel primo anno di vita.

Da qui la famosa "plasticità cerebrale" del neonato, che ne rende ilcervello modificabile, plasmabile sia per opera dell’ambiente esterno(costituito principalmente dalla madre e dalle prime figure diriferimento), sia tramite le esperienze personali.

Le tappe del primo anno di vita si susseguono con rapidità, passandodalle attività "riflesse" e "automatiche" a quelle "volontarie" e se èvero che esistono delle tabelle di riferimento delle capacità che unindividuo dovrebbe raggiungere a ogni mese di sviluppo è più correttovalutare l’aderenza a queste tabelle in modo elastico, orientandosianche con indici generali di normalità.

Esiste effettivamente una grande variabilità nei tempi e nei modi incui un bambino raggiunge ogni tappa di sviluppo motorio e questavariabilità è determinata da tre fattori in interazione: il sistemanervoso del bambino stesso, il suo apparato muscolo-scheletrico el’ambiente in cui il bimbo vive, che può stimolarlo e motivarlo indiverse misure.

Ogni individuo possiede modalità individuali e uniche e propri tempi disviluppo ma deve essere visibile una vivace spinta a sperimentare, aprovare, a variare gli schemi motori, la velocità, le parti del corpocoinvolte. Dev’essere presente un tentativo di rispondere all’ambiente,agli stimoli esterni, in un modo sempre più competente e variato colprogredire dell’età. Si deve poter notare un interesse del bambino perciò che accade intorno a lui, per le persone, i suoni, i volti.

L’utilizzo di modalità "stereotipate" (sempre uguali e monotone inrisposta a stimoli diversi e non modificate nel corso del tempo), lamancanza di curiosità, una generale apatia, possono essere invecesegnali di uno sviluppo che in qualche modo è difettivo.

Anche in questo ultimo caso, però, sebbene sia d’obbligo andare a fondoal problema e recarsi da uno specialista per un consulto e gliopportuni esami diagnostici, bisognerebbe sempre considerare che ilbimbo è in evoluzione e dunque prima si riesce a diagnosticarel’eventuale problema, prima egli può recuperare il ritardo nellosviluppo, anche con un totale successo.

Ciò che infine è indispensabile ricordare è che lo stato emotivo dellamadre e dell’ambiente in cui il bimbo vive è l’elemento principale chene favorisce uno sviluppo corretto sia per quanto riguarda gli aspettiemotivi che quelli propriamente neurologici per cui, nell’affrontareeventuali deficit motori, gli aspetti terapeutico-sanitari e quellilegati alla cura, al contatto, all’affettività hanno uguale peso e sonoentrambi fondamentali e interrelati.

(N.d.A.: data la variabilità individuale, i riferimenti temporali che seguono sono indicativi).

Il primo mese

Alla nascita il bambino presenta alcuni automatismi, ossia azioni nonvolontarie ma riflesse e automatiche (vi è una traduzione pressochéimmediata dello stimolo esterno in un preciso comportamento) come laprensione delle mani e dei piedi (il bimbo chiude il palmo o la piantadel piede se stimolato) e la suzione.
Queste attività si attenuano progressivamente col passare dellesettimane e in concomitanza con lo sviluppo dei comportamentivolontari.

Nelle prime quattro settimane di vita il bambino mantiene una posizioneflessa (non distesa) e simmetrica, le mani sono chiuse a pugno e ilcapo è ruotato da un lato. Il raddrizzamento della testa avvienerapidamente, nei primi dieci-quindici giorni di vita. Le capacità dimodificare la propria posizione sono molto limitate. Il bambino puòsucchiarsi il pollice.

Il pianto è variabile e il ritmo del sonno è ultradiano (periodi disonno di circa quattro ore intervallati da due ore di veglia, ma anchequi vi è grande variabilità) e non circadiano come nelle etàsuccessive.

Importanti indici di normalità sono: presenza di movimento di tutte leparti del corpo, capacità di reazione agli stimoli sensorialiprovenienti dall’esterno e modificazione delle capacità motorie nelcorso delle quattro settimane.

Secondo e terzo mese di vita

Nei due mesi successivi prosegue la distensione del corpo checontemporaneamente risulta essere meno simmetrico. Il bambino inizia aprovare a controllare il capo e gradatamente vi riesce: questacompetenza è importantissima perché gli permette di tenerlo sollevato,di allinearlo con un oggetto e di seguire l’oggetto stesso se questo simuove.

Una delle tappe più importanti non solo di questo bimestre ma di tuttolo sviluppo del bambino è la comparsa del sorriso relazionale.
Già dalla nascita si possono notare abbozzi o veri e propri sorrisi sulvolto del neonato, ma questi primi avvengono in modo riflesso e nonhanno correlazioni con ciò che accade intorno, tant’è che spesso sievidenziano durante il sonno o in momenti in cui il bimbo ha poppato edè quindi più rilassato.
Il sorriso relazionale è invece il primo tentativo riuscito di mettersiin contatto empatico con l’ambiente e più precisamente con il voltomaterno.
A quest’età le funzioni visive non sono ancora complete e il neonatoriesce a distinguere nitidamente un volto che gli si presenti a qualchedecina di centimetri e non di più.
Sempre a quest’età il mondo cambia da bianco e nero e si presenta acolori e tutte queste caratteristiche nella capacità di vedere e dimuoversi, insieme allo stretto rapporto che si sta instaurando con lafigura materna che gli si presenta più volte al giorno e in suaprossimità per nutrirlo, fanno sì che il volto umano sia la primaconfigurazione organizzata che egli riconosca e a cui sorrida.
Il sorriso gli permette di stabilire una relazione a doppio senso,perché risponde egli stesso al sorriso materno e contemporaneamente loprovoca con il suo, vedendone l’effetto immediato sulla madre.
Questo rispecchiarsi dell’uno nell’altra costituirà una delle basi del futuro riconoscimento delle proprie e altrui emozioni.

Quarto e quinto mese

La competenza motoria principale che il bambino solitamente acquista inquesto periodo è la capacità di sostenere da solo il capo in modosicuro, di sollevarlo e di allinearlo e disallinearlo con gli oggettiper inseguirne il movimento.
Parallelamente va affinandosi la visione binoculare che gli consentirà,alla fine del periodo, di mettere correttamente a fuoco oggetti epersone in movimento.
Se messo sdraiato supino, è in grado di aprire e chiudere le mani, diportarle al centro del campo visivo e di osservarsele: questa è unacapacità molto importante perché segna l’inizio della coordinazioneoculo-manuale e della coordinazione mano-mano.
Se messo disteso a pancia in giù, cerca di sollevarsi sugli avambraccie di tenere il capo sollevato, ruotandolo per esplorare l’ambientecircostante.
Gradualmente il bambino inizia ad afferrare gli oggetti che gli sono offerti e può portarseli alla bocca.
In posizione prona (a pancia in giù) si assiste ai primi tentativi ditrasferire il peso su un lato per poter liberare un braccio in modo daafferrare gi oggetti poco distanti.

Importanti indici di normalità di questo periodo sono: capo sollevato,interesse per gli oggetti, interesse per le proprie mani, tonicitàcorporea e muscolare, reattività nei confronti del volto umano ereattività nei confronti della voce umana con tentativi di inseguimentodi volti e oggetti nello spazio.

Sesto e ottavo mese

A sei mesi l’obiettivo motorio principale diventa la posizione seduta,che viene di solito raggiunta entro l’ottavo mese attraverso una seriedi fasi di approssimazione successiva: dapprima il bambino riesce astare seduto se appoggiato, con una lieve incurvatura della spinadorsale e sostenuto dall’appoggio delle mani.
In questo modo le mani non sono libere per poter afferrare eraggiungere oggetti e persone, per cui il bimbo è motivato a liberarnedapprima una e poi entrambe. È necessario che, in ciascuna posizioneraggiunta, il bimbo riesca a liberare le mani, che sono lo strumentoprivilegiato per esplorare l’ambiente: la mano diventa strumento diconoscenza. Il bimbo afferra prima "a rastrello" (senza opposizione delpollice) e poi "a pinza" (con opposizione del pollice) solo verso ildecimo mese.
Quando riesce in questo obiettivo, passa lunghi periodi a studiare glioggetti che manipola, a passarli da una mano all’altra e a scagliarli aterra, lontano da sé per poi desiderarli nuovamente.
Sempre in questo periodo egli impara a distinguere non solo il voltomaterno ma anche quello paterno e delle persone familiari e cerca diattirare l’attenzione degli adulti con i mezzi a sua disposizione:urla, pianto, primi tentativi di lallazione in risposta alla voceumana.
Un bambino di otto mesi è tonico, interessato all’ambiente e allepersone, sa porsi in relazione in maniera rudimentale ma continua,reagisce a suoni, voci. In posizione seduta è eretto e manipola glioggetti. Dimostra inoltre preferenze per alcuni oggetti rispetto adaltri.


Nono e decimo mese

I tentativi di trasferire il carico da un lato all’altro del corpoagevolano la capacità di muoversi in modo autonomo se posto in terra.Le modalità di spostamento sono le più variegate: alcuni bambinistrisciano proni (a pancia in giù), altri da seduti si muovonospostando le gambe e strisciando i glutei a terra, altri rotolano. Mala posizione più classica di questo periodo è quella quadrupedica: ilbimbo "gattona" e si sposta anche molto velocemente nell’ambiente.
Non tutti i bimbi amano gattonare, però: alcuni passano dalla posizionestatica seduta a quella statica in piedi, appoggiando gli artisuperiori a un supporto e sollevandosi. Da questa posizione è possibileiniziare a "bordeggiare" ovvero a camminare appoggiando le mani espostandole progressivamente. Con la posizione quadrupedica e ancor piùcon quella eretta si sviluppano le competenze legate all’equilibrio ealla coordinazione nella marcia.
Riuscendo a spostarsi e soprattutto con la prospettiva eretta, ilbambino acquista una nuova rappresentazione mentale dello spazio che locirconda e di se stesso nello spazio.

Un altro importante traguardo del periodo è la comparsa dellagestualità "semantica" e l’espressione più comune è il "ciao" con lamanina. Il bambino utilizza le mani per esprimere un significato equesto è il primo tentativo di comunicazione consapevole e simile allinguaggio verbale.


Alle soglie dell’anno

Una volta che il bambino riesce a stare in piedi da solo, puòutilizzare gli arti superiori per esplorare l’ambiente e afferrare glioggetti circostanti.
La prima marcia autonoma è caratterizzata inizialmente da una posizionecaratteristica, con tronco "antiflesso" (flesso all’indietro), artisuperiori in avanti, gomiti piegati e mani aperte. Per questa suacaratteristica è chiamata "Cammino a guardia alta".
Per mantenere l’equilibrio precario alcuni bambini camminano molto velocemente, altri invece scelgono l’estrema lentezza.
Verso i dodici mesi si può assistere ai primi tentativi di autonomiad’azione quotidiana: il bambino prova a bere e a mangiare da solo,collabora quando lo vestono, manipola i suoi giochi in modo corretto eli ruota per osservarli.
Usa in modo indifferente l’una o l’altra mano ma in alcuni casi può già mostrare la preferenza per una delle due.
A dodici mesi si struttura la visione "stereoscopica" con la percezionedella profondità e stima della distanza, che gli è utile sia nellamarcia che per raggiungere gli oggetti.
Sempre a quest’età avviene il riconoscimento del primo nome e con essoil bambino entra nell’affascinante mondo della comunicazione verbalesimbolica: il linguaggio umano.


Conclusioni

A conclusione di questo breve excursus sullo sviluppo psicomotorio nelprimo anno di vita del bambino, è utile ricordare i principali indicidi normalità nello sviluppo:
 
  • Il passaggio da un attività "riflessa" a una attività "automatica" prima e "volontaria" poi.
  • Viene acquisita una sempre maggior capacità di dilazionare la risposta a un certo stimolo ambientale (mentre nell’attività riflessa e automatica la risposta segue immediatamente lo stimolo, nell’attività volontaria può esserci una risposta anche molto dopo la comparsa dello stimolo che l’ha provocata).
  • Viene acquisita in misura sempre maggiore la capacità di adeguare selettivamente il tipo di risposta al tipo di stimolo e a una gamma di stimoli diversi.
  • La scelta della risposta e la scelta della sua effettuazione sono sempre più subordinate a condizioni soggettive interne o ambientali.
  • Il bambino risulta adattabile, ricco di alternative e di comportamenti differenti.

Sebbene esista forte variabilità di tempi e modi e ciascun bambinopresenti modalità proprie legate anche alla personalità individuale,deve essere evidente o evidenziabile in ciascuno una forte spintaall’azione e alla risposta, un interesse agli oggetti, alle persone,all’ambiente e tentativi di sperimentare in autonomia.

Bibliografia
Maurizio De Negri, Neuropsicopatologia dello sviluppo, ed. Piccin, Padova, 1999.

 

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