Riusciremo a divorziare?

 
Gentilissimo Avvocato,

la mia è una storia come tante di separazione difficile. Una separazione mal riuscita con condizioni minime fissate in favore della mia bimba, solo per riuscire ad allontanarla da urla e male parole che in quel periodo erano tutto quanto lui poteva offrirci. Dopo avergli detto che volevo la separazione, ha iniziato a essere pericoloso con me, minacciandomi anche di farmi uscire di strada e denigrando ogni mia azione di madre e donna. Indescrivibile se non lo si vive.

A nulla è servito scrivere memorie e segnalare.  Il risultato sono € 150 di mantenimento per la bimba (mensa e abbigliamento inclusi nel minimo), l’assegnazione a me della casa coniugale (paghiamo € 300 entrambi al mese per il mutuo) e la frequentazione della bimba col padre a fine settimana alternati e martedì con notte. Frequentazione che è stata "aggiustata" in questi termini dopo tanti scontri e una nuova causa. 

I rapporti tra noi due sono ai minimi termini, lui ha anche fatto causa civile e penale contro me e i miei genitori per non avergli dato la bimba in due occasioni: la bimba soffriva al tempo di asma bronchiale, allergia al gatto (l’unico era da lui, che pur consapevole e presente alla visita, su indicazione del primario, non ha allontanato) ed era in cura cortisonica per tre mesi. So che non era da fare, ma come potevo impedirle diversamente di andare in un luogo malsano in quel frangente per la sua salute? E se non si riesce ad avere provvedimenti d’urgenza tramite il Tribunale? Alla fine il giudice, pur condannando parzialmente la mia scelta (giusto, lo capisco), ha ridefinito appunto gli orari e chiarito le modalità igieniche in cui la bimba deve stare. Per fortuna la causa penale è stata archiviata come non accettabile. Almeno questo!

Ma ora ci risiamo. Ho chiesto al mio avvocato di convocarlo per il divorzio e spero possa essere congiunto. Ho chiesto che mi dia € 200 (lui paga un affitto di € 400 al momento, mi rendo conto che non posso chiedere troppo e inoltre non si insegna a nessuno a voler bene e dare imponendolo). Ho chiesto solo che la bimba sia indicata sul passaporto per potermi spostare magari per le vacanze. Niente di più. Posso solo sperare che accetti. E se così non fosse, a cosa vado incontro?

Tenga presente che lui da poco ha quella che ha definito "un’amica", io invece da due anni una relazione stabile grazie alla quale ho recuperato la stima e la fiducia che lui aveva demolite. Una persona stupenda, buona, che ama me e mia figlia. La bimba vive bene questa persona, pur sapendo distinguere tra questa figura e quella del padre. Succede che il mio compagno a volte il sabato (da solo qualche settimana) si fermi a dormire da noi. Abbiamo affrontato la cosa con la bimba, lei era felice e ha accettato. Ma il padre, ovviamente, lo ha saputo. E quando discute per qualcosa, finisce sempre per inviarmi messaggi al cellulare che devo stare attenta, perché ho l’amante in casa e non posso. È vero? È vero che non posso lasciare che il compagno si fermi una o due notti al massimo, sporadicamente, a dormire, anche se ha casa e residenza in altra città?
Può questo essere uno spunto per lui per ostacolare il divorzio? Possono esserci problemi nell’assegnazione della casa?
Mi ci vorrebbe così tanto a spiegarle tutto quello che è successo in tre anni, ma se già riuscisse a darmi la sua opinione su questo, sarebbe di aiuto.

La ringrazio, per la risposta e per il supporto che dà a tutti quanti noi che ci rivolgiamo a lei.

Cordialità.

Nicoletta
Cara Nicoletta,
non so dirle cosa potrà ottenere in sede di divorzio perché non ho la possibilità di esaminare i documenti e di conoscere i dettagli della vostra situazione.
È evidente che se non trovate l’accordo per il congiunto, dovrà intraprendere una causa di divorzio, in cui verranno ridiscussi l’assegno di mantenimento per la minore, l’affidamento, l’assegnazione della casa coniugale, l’eventuale assegno di divorzio per lei e ogni altro aspetto personale e patrimoniale attinente al divorzio. Quanto stabilito nella sentenza di separazione non è vincolante ai fini del divorzio, pur rimanendo in vigore fino a che non vengano emessi i provvedimenti temporanei in sede di divorzio.
Per quanto riguarda, invece, il provvedimento di assegnazione della casa coniugale, la legge attuale (e anche le prospettive di riforma oggi al vaglio della commissione giustizia del Senato) prevede che la convivenza more uxorio determini l’inefficacia del provvedimento di assegnazione.
Personalmente non sono d’accordo sulla "giustizia" di questa disposizione ma occorre prenderne atto. Sarà suo marito a dover dimostrare che lei convive con altra persona e a chiedere quindi la revoca del provvedimento di assegnazione.
Si faccia comunque consigliare dal suo legale di fiducia.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon

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