Cara Chiaretta
da diversi mesi ho serie difficoltà a gestire il carattere volitivo e spesso aggressivo di mio figlio di tre anni. Ha sempre avuto un temperamento vivace e socievole e sicuro di sé.
Da qualche tempo si oppone a tutto, come penso sia normale per l’età, e non accetta le regole. Anche andare a fare la spesa è una fatica immane (vuole muoversi, scappare, toccare tutto…), ma sopratutto è prepotente con qualsiasi bambino, sopratutto i coetanei o più piccoli.
Non ha mai frequentato asili o ludoteche e, a parte il parco giochi, gioca con i coetanei sporadicamente. Quando andiamo al parco giochi è spesso un incubo: se gli girano i cinque minuti può dare una sberla ad un bimbo che passa nelle vicinanze, tirare una pietra, strappare il ciuccio o un gioco dalle mani… oppure abbracciare appassionatamente. Questo accade anche per strada a passeggio…
I giochi degli altri sono suoi, ed i suoi sono solo suoi. Io quando si verificano queste cose o cerco di mediare o gli do le tre possibilità per comportarsi bene, alla terza si và a casa ed in casi limite, sculaccione.
Io vivo questa situazione con ansia perché spesso mi trovo in situazioni imbarazzanti con i genitori non sempre comprensivi delle "vittime" (o nei negozi da dove devo scappare per fare evitare scenate). Certi giorni si innesca un circolo di frustrazione reciproca che non fa che rendere difficili anche le cose più semplici della quotidianità. Non mi è sempre facile essere centrata e paziente.
Inoltre non è mai sazio di spiegazioni, "legge" con avidità i libri e passa la giornata a tempestarmi di "perché". Parliamo moltissimo, gli leggiamo storie ogni giorno. Forse si è sviluppato troppo sul piano mentale e meno su quello emotivo? Troppe attenzioni o troppo poche? O quelle sbagliate?
Io e mio marito siamo le persone con cui trascorre il tempo (i nonni una volta la mese). Fortunatamente a settembre andrà alla materna dove spero imparerà a rispettare le regole e a stare con i suoi simili… spero. Ma nel frattempo qual è il modo migliore per fargli capire che non deve fare il prepotente e che deve ascoltarmi? E come comportarmi con gli altri genitori delle vittime?
Grazie per l’attenzione e scusa per il messaggio un po’ lunghetto.
Ciao, Babula
Cara mamma,
probabilmente c’è un fondo di verità nel fatto che bambini che hanno sviluppato gli aspetti cognitivi in modo superiore alla norma – per l’età cronologica – debbano poi avere da gestire un carico emotivo maggiore, per la gestione della complessità.
Questi bimbi vanno molto aiutati e supportati dal punto di vista emozionale, da un lato non "puntando" sui loro aspetti più precoci, rinforzandogli il fatto che a mamma e papà interessano solo quelli, e dall’altro agevolandone la crescita sociale.
Risponda pure ai perché del suo bambino, ma proponga in alternativa giochi di movimento, passeggiate, passatempi più fisici e meno mentali. Non si metta e non lo metta in contesti con troppe persone, confusivi, in cui il piccolo non riesca a controllare i propri comportamenti: scelga di non condurlo nei negozi a fare acquisti, o lo porti al parco in orari dove non vi sia affollamento.
Per ciò che riguarda gli altri genitori, dovrebbero capire che ogni bimbo ha le sue difficoltà, se lei è gentile e spiega con poche parole che è un aspetto su cui state lavorando, perché farsi problemi circa il loro giudizio?
Di certo la scuola materna aiuta moltissimo nell’insegnare ai bambini il rispetto degli altri, delle regole e l’autocontrollo, per cui aspettate serenamente l’anno prossimo ed abbiate tanta pazienza perché lo sviluppo emotivo e sociale a volte si raggiunge coi lunghi tempi.
Con il piccolo, a casa, siate fermi per le cose importanti, date poche regole coerenti, e siate molto dolci: sgridate ed urla a poco servono, anche se a volte scappano, perché siamo umani anche noi genitori.
Chiara Rizzello