Capricci o desideri?

 

Gentilissima dottoressa Chiaretta,

sono mamma di una bimba di due anni e sette mesi, allegra, solare, con tanta curiosità e voglia di imparare… Si è inserita brillantemente all’asilo, e ha un buon rapporto non solo con i suoi coetanei ma anche con le maestre.

Il suo (mio) unico "problema" riguarda la sfera dell’alimentazione: premetto che lo svezzamento è iniziato bene, mangiando tutto ciò che le preparavo e nelle giuste proporzioni, fino ai 15 mesi, quando, in seguito ai disturbi della dentizione e della vaccinazione prevista (per la quale ha avuto la febbre per due giorni), ha smesso di mangiare per tre giorni.

La ripresa è stata lenta e faticosa… rifiutava tutto il cibo, eccetto il latte e biscotti, intervallati dai vasetti di omogeneizzati di frutta. Per darle le proteine animali, ho fatto vari tentativi, fin quando ho "inventato" un unico pappone fatto con latte, qualche biscotto, farina di cereali e carne liofilizzata o tuorlo d’uovo alla coke. Questo è rimasto il suo pranzo e cena per quasi un anno, durante il quale ho sostituito pian piano i liofilizzati con la fettina di carne o pesce cotti e frullati.

Nel frattempo non perdevo occasione, insieme a mio marito, di chiedere consigli alla pediatra che segue mia figlia: per risposta mi si diceva di non forzare il cambiamento alimentare, come più volte pensato da mio marito (o si mangia ciò che deve, o niente), poiché si rischiava di peggiorare il suo rapporto con il cibo, ma di stimolarla durante i pasti incuriosendola con nuove portate, oppure di proporle ciò che si preparava senza insistere, quasi come ad ignorarla (che buona questa pasta, la vuoi assaggiare? NO! ok la mangio io…)

Nonostante i vari tentativi non si otteneva molto.

L’estate scorsa siamo andati una settimana in vacanza e lì è successo qualcosa: forse l’ambiente diverso, la compagnia, ma di sua spontanea iniziativa ha chiesto di mangiare le nostre portate, e anche in grande quantità… da non credere!

Rientrati a casa, però la favola è finita ed è ritornato tutto come prima, con il solito pappone.

Quasi un mese fa, mio marito ed io abbiamo deciso di lasciare la bambina a pranzo all’asilo, facendo l’ennesimo tentativo, dietro anche consiglio della pediatra (i bambini si imitano e magari lei li potrebbe imitare mangiando). Finalmente il tentativo è riuscito: da allora a pranzo mangia la pasta condita in vari modi (minestrone, zucchine, salsa di pomodoro, ecc.), inserendo così nella sua alimentazione anche le verdure che mancavano del tutto…  e mangia da sola, non vuole essere imboccata!

Il rovescio della medaglia è che a cena non mangia, e chiede solo biscotti e latte. Io cerco di non accontentarla subito proponendole altre alternative, ma poi cedo. Mio marito è contrario a questo mio comportamento dicendomi che così non la educo bene, perché dare delle regole alimentari è anche educare, ripetendo lo stesso errore fatto già l’anno scorso assecondando i suoi capricci (per lui si tratta appunto di capricci, di cattive abitudini).

Io però preferisco che metta qualcosa in pancia piuttosto che andare a letto senza cena. Inoltre ultimamente il suo riposino pomeridiano dura parecchio, tanto da svegliarsi quasi all’ora di cena, saltando la merenda. Non so se svegliarla per farla mangiare oppure lasciare che dorma perché evidentemente ne ha bisogno! Che cosa devo fare?

Sbaglio ad assecondare le sue richieste alimentari? Sono una mamma troppo permissiva? È il caso di insistere per farle mangiare altro a casa che non siano biscotti? Sono realmente capricci, oppure magari è successo qualcosa nel mio modo di educarla, nell’instaurare il rapporto madre-figlia, nel mio porle il cibo, a volte anche alzando un po’ la voce perché innervosita ed esasperata dal suo ennesimo rifiuto? In cosa ho sbagliato? Come devo comportarmi?

Mi scusi per il lungo sfogo… forse sono stata anche un po’ prolissa, ma mi premeva darle un quadro abbastanza completo.

Grazie infinite, Maria

Gentile Maria, dalla sua lunga lettera mi sembra importante evidenziare i seguenti elementi che potrebbero aiutarci a capire meglio la situazione e dunque ad agire di conseguenza per affrontare il problema in modo efficace.

Mi racconta che in occasione delle vacanze prima e del pranzo all’asilo poi, sua figlia si è dimostrata molto diversa da com’è la sera, in casa, nei confronti del pasto e del cibo. Questo mi fa pensare al fatto che, in un ambiente diverso da quello delle mura domestiche, la bambina riesca meglio cibarsi in modo completo e vario. Inoltre il fatto che gli episodi difficili accadano soprattutto la sera (come vanno i pranzi del sabato e della domenica, in casa?) potrebbe essere indice del fatto che la piccola è sensibile all’orario in cui il pasto si svolge.

Mi racconta inoltre che al pomeriggio dorme moltissimo, svegliandosi per cena. Questo non è un problema per la merenda, che può anche saltare, ma per le condizioni in cui arriva al pasto serale, prima del quale non ha attivato il suo metabolismo con un attività e dunque il senso di fame. La bimba potrebbe davvero non aver voglia di mangiare. Le consiglierei di svegliarla progressivamente prima, un quarto d’ora al giorno, sino a portarla a svegliarsi entro le ore 16.30/17.

Se comunque i pasti all’asilo sono completi, la colazione è abbondante e la sera la cena è ancora a base di latte e biscotti, non ci trovo nulla di così sconveniente, sempre che durante la giornata si assumano vitamine e proteine (latte e biscotti forniscono grassi e carboidrati principalmente).

Non sempre infatti il desiderio di un cibo o il rifiuto di un altro sono "capricci", anzi spesso sono esigenze vere e proprie. Se lei riesce ad accordarsi con suo marito su questo, io sarei però dell’idea di farla cenare a tavola con voi, e non dopo, in modo che abbia il concetto che quella è la cena scelta da lei, che si fa insieme ai genitori e non si salta, mangiucchiando dopo.

Ho un figlio, il secondo, che per molto tempo, tra i 18 ed i 36 mesi, cenò con due banane. Voleva quello e lo abbiamo assecondato (i restanti pasti erano vari ed equilibrati), ma seduto a tavola con noi come il fratello.

Capiterà senz’altro che, prima o poi, vedendo i vostri piatti, chiederà di assaggiare, ne stia certa.

Cordiali saluti, Chiara Rizzello

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