Bimbo “manesco” -evoluzione-

La ringrazio di tutto cuore per la risposta precisa e attenta che mi ha fornito. Leggendo attentamente ciò che scrive credo di riuscire ad interpretare qual è il disagio che sta vivendo il mio bambino.
A novembre 2006 (aveva compiuto due anni da pochi giorni) la sua nonna nonché mia mamma ci ha lasciato all’improvviso colpita da infarto all’età di 48 anni. Lui adorava mia madre e stavano insieme ogni giorno. Ho cercato di fare del mio meglio per aiutare Diego a superare questo momento ma non è stato facile per me, perché ero annientata dal dolore avendo perso non solo una mamma ma anche la mia migliore amica, la mia compagnia, il mio supporto. Il piccolo mi ha visto piangere spesso, anche se ho cercato tante volte di reprimere le lacrime. Non credo di poter dire che al bimbo sia mancato affetto, perché le persone care ci si sono strette intorno e ci hanno amato tanto, facendo di tutto per colmare il vuoto lasciato da mamma.
Credo però che il mio bimbo, con la novità dell’asilo (prima stava con i nonni paterni che lo adorano e lo trattano davvero benissimo) abbia “ripreso in mano” il trauma che abbiamo vissuto, perché in questo giorni spesso dice: “Mi manca la nonna Ga”… povero piccolo! Non è facile trovare le parole per spiegargli la situazione, io gli ripeto sempre che nonna c’è e che è sempre dentro al suo cuoricino, che è in cielo e gli manda sempre tanti baci. Non ho mai tenuto una linea precisa su questo, forse anzi sicuramente è stato un errore ma non sono riuscita a trovare una “favoletta” che mi aiutasse a rendere non traumatica la faccenda.
Cosa sto facendo per aiutare Diego? L’ho sempre fatto, ma in questi giorni ho moltiplicato le attenzioni che gli dedico, su suggerimento delle sue maestre d’asilo non do’ al bimbo aggettivi dispregiativi (brutto, birichino….) ma piuttosto spiego le azioni (non si fa..); non reagisco più (e mio marito con me) in maniera violenta (si parla sempre di scappellotti eh!) alle sue manifestazioni aggressive e sembra che le cose vadano un pizzichino meglio, anche la notte è un po’ più tranquilla rispetto all’ultimo mese.
Ieri sera poi, per la prima volta, mi ha parlato dell’asilo, raccontandomi dei suoi amichetti, elencano i nomi di quelli che preferisce.. i giocattoli che gli piacciono. Spero sia buon segno.
Starò tenendo linea giusta? Potrei fare altro per aiutarlo?

Grazie davvero di cuore per il suo aiuto

 

 


 

 

Già il fatto di avere focalizzato il problema è parte del suo superamento. La perdita di una madre, soprattutto quando a suo volta si è madre da poco, è un trauma profondo che non si risolve in pochi mesi. Allora tanto vale comunicare e non nascondere nulla. Le mamme sanno trovare le parole giuste per accompagnare e sostenere le sofferenze dei piccoli: non ci sono schemi, sono parole che vengono dal cuore e sanno sempre dove andare. Soprattutto non vivere la morte come un tabù da tenere sotto silenzio: i bambini sono semplici, sensibili e spontanei e soprattutto anche molto realistici. Se la nonna continua a guardarci e a volerci bene dal cielo, allora va bene così, vuol dire che quando avrà voglia di parlare con lei guarderà il cielo col nasino all'insù: per lui, in quel momento, sarà come averla vicina e piano piano si rasserenerà. Tante novità quotidiane lo distrarranno dal passato. Per te invece sarà più lungo ma non hai altra via che accettare il lutto come evenienza e rischio naturale della vita: una occasione per fare tua tutta l'energia positiva che tua mamma ha saputo trasmetterti affinché il suo ricordo e l'essenza della sua persona continuino a vivere in te e attraverso te, l'unico modo per elaborare e superare positivamente un lutto così importante dal punto di vista affettivo ed esistenziale. Ma non avere fretta: il dolore si supera solo affrontandolo e accettandolo per quello che è, non certo fuggendolo o minimizzandolo o nascondendolo agli altri e a se stessi.
Un caro abbraccio, Daniela

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