Crisi dei due anni anticipata e alimentazione difficile

 

Buonasera dottoressa,

di tanto in tanto mi permetto di disturbarla perché la sua esperienza mi è sempre stata utile con il mio bimbo.

D. ha ora 18 mesi, ha avuto problemi di reflusso, risolti sostanzialmente eliminando le pvl e curandolo fino ai 15 mesi con Lansoprazolo.

Ai 15 mesi abbiamo provato la sospensione del farmaco con ottimi risultati e dopo l’estate (ai 16-17 mesi) tentato la reintroduzione delle plv con dubbi risultati (in sostanza rifiuta sia il latte vaccino che i formaggi freschi, ma gradisce e tollera bene il parmigiano e gli alimenti che contengono tracce di latte).

Il sonno è migliorato notevolmente, ma temiamo che sia solo l’effetto del Nopron che sta prendendo da diversi mesi (si svegliava anche 15 volte a notte, ora con il Nopron quasi non si sveglia affatto). Abbiamo provato a diminuire le dosi per andare verso una sospensione ma non è andata bene.

La notte si sveglia ancora una volta per prendere il latte di soya, ma non siamo riusciti ad eliminare questa abitudine e forse più di tanto non abbiamo nemmeno provato perché di giorno rifiuta TOTALMENTE il latte (anche gli yogurt, sia normali che di soya che pure mangiava) e quindi non vorremmo togliere completamente il tutto.

Ora il problema è dato principalmente dall’alimentazione: a pranzo mangia al nido e a cena a casa. Nessun problema per la pasta che mangia in tutte le salse (dal ragù, al pomodoro, olio e parmigiano, pesto, tutto), ma per i secondi è una tragedia. Se è in vena gradisce il prosciutto cotto e ogni tanto un po’ di "polpetta" preparata mischiando macinato di vitella, patata bollita e un po’ di pomodoro ma cotta senza crosticina che altrimenti sputa tutto (e a volte sputa a prescindere). Sputa il pesce, mangia a stento l’uovo, di tanto in tanto i legumi. Rifiuta completamente da tempo le minestre tipo passato di verdura con pastina e carne dentro.

E qui entra in gioco l’altro problema, perché sempre più spesso se gli proponiamo qualcosa che non vuole e poco poco tentiamo di convincerlo fa delle scene terribili, butta i piatti in terra, si butta in terra lui stesso, urla come un pazzo (tutti comportamenti letti nelle "dispense" sui mitici due anni) e si calma solo se lo abbraccio o se gli permetto di vedere i cartoni di un canale tematico per bimbi della sua età, che noi invece cerchiamo di limitare.

Insomma, io sono sull’orlo di un esaurimento perché non so più che cucinare (rifiuta OGNI tentativo fatto e mi creda in cucina me la cavo egregiamente) e non so come gestire le crisi (lo sgrido? lo coccolo? lo ignoro?).

Mi trovo veramente in un periodo di grossa crisi e non so come uscirne.

Mi scuso per la lungaggine e la ringrazio, Sarah

Ne puoi uscire semplicemente assecondandolo e proponendogli i cibi che preferisce – se sono quelli giusti per la sua età e per i suoi problemi – senza preoccuparti della ripetitività.

I bambini sono abitudinari per loro natura e ogni cambiamento di sapore o di consistenza degli alimenti li mette facilmente in crisi, almeno quando sono così piccoli. Su questa base di alimenti sicuramente ben accettati, prova ad iniziare a proporre al bimbo in piccolissime quantità, alcune cose nuove, magari che lui possa prendere liberamente con le mani, anche a costo di sporcarsi e imbrattarsi tutto.

Ogni tanto mettilo a tavola assieme a voi adulti e lascia che almeno con lo sguardo impari a familiarizzare con nuovi odori e nuovi sapori. Se dimostrerà interesse verso di essi, potrai proporglieli in minima quantità, anche fuori pasto, come semplice assaggio, lasciando il bimbo libero di comportarsi come vuole nei confronti del nuovo alimento perché, appunto, avrà già mangiato adeguatamente prima.

Il momento del pasto non deve essere una lotta o una contrapposizione di voleri e di personalità, ma un semplice gioco, una scoperta, una libera sperimentazione e, sopra ogni cosa, una grande occasione di comunicazione positiva tra madre e figlio dove la madre, prima ancora che tentare di educare o abituare il bambino a nuovi sapori, deve fare lo sforzo di mettersi nei suoi panni e assecondarlo cercando di renderlo felice e soddisfatto della sua scodella.

Solo in questa atmosfera fiduciosa si potrà tentare l’inserimento in minima quantità di un nuovo sapore, magari fatto assaggiare direttamente dal piatto di un genitore e iniziare il processo di autodeterminazione del piccolo preparandogli dei piccoli bocconcini più solidi che lui stesso possa afferrare e portare alla bocca.

Al momento del pasto, non preoccuparti troppo della pulizia e lascia che si imbratti un po’ giocando lui stesso con pappa e frutta purché il bimbo riesca a vivere il momento del pasto non come una tortura ma come un momento piacevole oltre che interessante e questo anche a costo di farlo mangiare ogni tanto un po’ meno.

Pertanto non devi né insistere troppo né tantomeno ignorare sistematicamente i suoi capricci, ma soltanto cercare di rispettare le esigenze e i tempi del bimbo facendo in modo che il momento della cena sia atteso e vissuto con giocosità e soddisfazione. Solo in questo stato d’animo potrai sperare di avere successo proponendo delle novità.

Ovviamente anche una eccessiva stanchezza del piccolo, magari dopo avere trascorso troppe ore al nido o troppe ore lontano da te, può rendere il momento della cena una battaglia dove il piccolo cerca con i suoi capricci di attirare la tua attenzione e di averti finalmente tutta per sé.

Un caro saluto, Daniela

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