Reintroduzione dell’uovo

 

uongiorno,

ho un bimbo di 3 anni. Fin da piccolo quando tentai di sommministrargli l’uovo dopo alcune ore vomitò e così per un paio di volte. In accordo con la Pediatra decidemmo di sospenderlo fino all’anno. Tuttavia di nostra. iniziativa, e poiché comunque il bimbo era ed è diffidente nei confronti delle novità per cui mangia sempre le sue quattro cose, abbiamo poi posticipato la reintroduzione fino ad ora. Ma la reazione è stata sempre la stessa vomito dopo alcune ore.

Abbiamo quindi eseguito il prik test che è risultato positivo. Il Medico mi ha proposto la reintroduzione ospedaliera: di che si tratta? Mi sono un po’ angosciata anche perché mio figlio non vive il pasto come un momento di gioia e non ama novità e cambiamenti… immagino che un ambiente come quello dell’Ospedale non sia il più adatto per farlo mangiare uovo, che peraltro non ama…in quanto fin’ora per farglielo assaggiare ho dovuto sempre insistere. Rimango in attesa cortese riscontro.

Grazie. Cordiali saluti,

Paola

L’uovo è un ottimo alimento ma per fortuna non indispensabile vista la vasta scelta di altri cibi che possono avere i nostri bambini. Però, se proprio ti disturba l’idea di non poterglielo dare, la via da seguire o quantomeno da tentare sarebbe la seguente: lascia passare un mesetto dall’ultima volta che il bimbo ha mangiato l’uovo con relativa reazione. Poi lessa un uovo sodo e metti nella minestra o il altro alimento solo una puntina di cucchiaino di tuorlo sbriciolato e controlla la reazione. La settimana successiva fai altrettanto ma aumentando leggermente la quantità di tuorlo, sempre molto ben cotto e sempre senza l’ombra dell’albume, anche se sodo. Dopo un’altra settimana altrettanto aumentando un po’ la quantità di tuorlo.

Se dopo questi tre tentativi il bambino non avrà avuto nessun sintomo particolare, potrai dare francamente mezzo tuorlo, sempre sodo e se tutto andrà bene darai mezzo tuorlo due volte a settimana con distanza minima di tre giorni tra una somministrazione e l’altra. Se tutto continuerà a filare liscio il tuorlo sarà sempre meno cotto, cioè una volta a frittatina, cioè sempre coagulato ma meno cotto del sodo e alla fine alla coque, ma intero alla coque solo se avrai la sicurezza che tollera il tuorlo sodo e che ne tollera già uno intero.

Procedendo in questo modo potrai ottenere due scopi: controllare la quantità massima di uovo tollerata dal bimbo e desensibilizzare il bimbo lentamente. In questi tentativi, benché molto prudenti, un minimo di rischio, però, c’è ed è quello che si verifichi una crisi anafilattica e non solo un semplice vomito. Pertanto è ragionevole l’ipotesi di reintroduzione ospedaliera dell’uovo. Io penso questo: è vero che l’allergia ad un alimento si manifesta meglio quando il soggetto è già stato sensibilizzato ad esso con una prima introduzione sicché la prima volta può non succedere nulla mentre la seconda volta può scatenarsi la reazione e tanto più la terza volta, però, nel caso del tuo bimbo, la reazione è avvenuta sin dalla prima volta senza bisogno di sensibilizzazione e la seconda volta non si è manifestata con maggiore intensità rispetto alla prima volta.

Pertanto, anche se certezza non ci può essere in assoluto, la proposta di reintrodurre l’uovo ma in quantità infinitesimali, come fosse un vaccino desensibilizzante, non dovrebbe comportare enormi rischi. Detto ciò, ripeto, visto che anche il bimbo, istintivamente, non ama l’uovo, perché spaccarsi la testa e volerglielo dare per forza? Ricorda comunque una cosa: l’uovo è presente in moltissimi alimenti in forma occulta (pasta all’uovo, ciambelloni, dolci vari, ecc.) e se il bimbo mangia tranquillamente questi cibi senza manifestazioni particolari, una grave allergia non deve avere. In questo caso la desensibilizzazione potrà avvenire o nel modo che ti ho spiegato o semplicemente continuando a fargli mangiare pasta all’uovo o merendine contenenti uovo ma, mi raccomando, in quei giorni niente uovo aggiuntivo che potrà essere introdotto solo se non avrà assunto nessun altro alimento a base di uovo nei giorni precedenti.

Un caro saluto, Daniela

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