Depressione

Gentile dottoressa,
Le scrivo per avere un suo parere. Cerco di sintetizzare la mia situazione e come mi sento. 
Vivo all’estero da 7 anni e mezzo (senza la mia famiglia di origine), sono sposata da quasi tre anni ed ho un bimbo di quasi 11 mesi. Ho avuto una gravidanza faticosa a causa del lavoro (ho lavorato fino ad una settimana prima del parto) ed un parto con sofferenza fetale, ma un decorso post parto molto sereno, nonostante la stanchezza. Ho ripreso a lavorare dopo 4 mesi e mezzo, a tempo parziale, e da quando mio figlio ha 6 mesi va all’asilo nido ed io lavoro 6 ore al giorno. Allatto ancora (una volta al giorno, smetterò al compimento di un anno di mio figlio).

Diciamo che, messi da parte il trauma per il parto, lo "shock" per la trasformazione del mio fisico ed i problemi sessuali a causa di dolori in parte dovuti all’episiotomia, fino a qualche mese fa tutto è andato liscio. Lavorando 6 ore al giorno, mi sono organizzata benissimo con tutto il resto. Sono una mamma molto calma, serena e sicura di sé, e penso che mio figlio e chi si occupa di lui all’asilo lo senta. Mio marito mi aiuta in casa, anche se ultimamente è molto occupato a seguire i lavori di rinnovo della casa dove dobbiamo andare ad abitare tra qualche mese.

Poi, la pubblicazione di un concorso importante (con l’impegno necessario a prepararsi), i continui malanni di mio figlio (ed anche miei) e, dulcis in fundo, la perdita del lavoro che si concretizza ogni giorno di più a causa della grave situazione economica in cui versa la mia società, mi hanno letteralmente sfiancata. A febbraio avevo perso tutti i kg presi in gravidanza (15), ed oggi, a inizio maggio, ne ho persi altri 5.

Dovrei avere la forza ed il coraggio per trovare il più presto possibile un nuovo lavoro, ed invece mi sento avvilita, sfiduciata ed impresentabile. Mi sento cosi stanca che non riesco neanche ad organizzarmi mentalmente, a pensare, a prendere un’iniziativa concreta. Faccio 1000 cose e niente. Ultimamente, non riesco neanche a decidere cosa si deve mangiare a cena, e finisco per dare a mio figlio sempre lo stesso biberon con i biscotti (il che non penso che sia neanche troppo un male, se puo’ facilitarmi la vita). Mi vedo brutta, trascurata, ma non ho il tempo di andare da un parrucchiere né di scegliere cosa indossare per star più carina. Il mio desiderio sessuale, ovviamente, è calato sotto zero.

Se non avessi un figlio mi troverei ugualmente in una situazione difficile da gestire, ma con lui io non riesco a trovare la concentrazione e le energie per dedicarmi al resto. In più, ultimamente tutto quello che faccio con lui è dargli da mangiare, cambiarlo, metterlo nel parco o nel seggiolone o a letto: niente più giochini con lui, niente più canzoncine, niente più libri. A volte cerco di “ricordarmi” di fargli dei sorrisi ogni tanto, perché mi rendo conto di non interagire più con lui talmente che mi sento stanca. Ho paura di fargli sentire il disagio che sto provando in questo periodo. Lui è un bambino molto sereno e tranquillo. Sorride sempre, sempre e con tutti!

Mi vedo con una psichiatra da qualche tempo, ma non ho il tempo di parlare con lei di queste cose, perché stiamo già lavorando a fondo su una mia fobia (del vomito).
Spero che lei possa darmi un parere sulla mia situazione e qualche consiglio su cosa fare per affrontarla, da dove partire…
Grazie,
Lidia


Gentile mamma,

 tra I molteplici compiti di noi mamme c’è anche quello, spesso ingrato, di guardare dentro al nostro cuore e capire quando arriva Il momento di fermarsi e chiedere aiuto. La sua mail è esauriente e dettagliata (lei ha un’ottima capacità di analizzare le cose) ma è una mail che corre! Sento l’ansia, sento la pressione a essere Mamma e anche tutto il resto, al meglio del meglio. Mi sembra di capire che la sua maggiore preoccupazione sia non essere /non fare ciò che lei riterrebbe giusto in questo momento, e si biasima un po’ su tutti i campi.

Io vorrei solo proporle di "allargare" l’obiettivo della sua macchina fotografica, e guardare oltre a compiti e insuccessi. Provi a guardare la sua stanchezza, a accoglierla senza giudicarla (è normalissimo, nel primo anno di vita dei figli, sentirsi stanchi per non dire sopraffatti) a cercare rimedi, prima che la depressione si insinui a complicare le cose. In situazioni come queste, leggere libri (bello una mamma imperfetta, ma anche manuale della superdonna), mangiare pesce e frutta ricca di omega tre (come noci e mandorle) passeggiare all’aperto (anche col pupo in passeggino, così vi godete l’aria in due) e discuterne con chi ci segue (direi indispensabile che la sua psichiatra sappia di questo calo) possono essere un grande aiuto.

Se non bastasse, un primo passo per lei che allatta è l’integrazione coi prodotti specifici (vitamine e omega tre) e una dieta ricca (perdere tanto peso velocemente è un errore per il nostro umore) di frutta verdura, proteine e cereali.

Non abbia paura di chiedere aiuto, e cerchi l’aiuto che la fa sentire meglio.

In bocca al lupo, e a presto.

 

 

 

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