I giocattoli tornano al cinema con un’avventura completamente nuova nel film Disney e Pixar Toy Story 4. Woody, Buzz e il resto della banda si allontaneranno da casa e incontreranno nuovi e vecchi amici in un viaggio on the road che li condurrà in luoghi inaspettati. Nei cinema italiani dal 26 giugno.

In tutto il mondo i fan credevano che la storia dei giocattoli fosse finita quando Andy aveva portato il suo amato cowboy Woody e gli altri della banda – Buzz, Jessie, Slinky, Rex e tutti gli altri – a vivere con Bonnie, una giovanissima amica di famiglia che proprio come Andy possiede un’immaginazione fantastica quando si tratta dei suoi giocattoli.
“Come molti, anch’io pensavo che la storia si fosse conclusa con Toy Story 3 – La Grande Fuga”, afferma il regista Josh Cooley.
“E in effetti in quel film si concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade nella vita di tutti i giorni, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. La vita di Woody in una nuova cameretta con nuovi giocattoli e un nuovo bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ci siamo chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha cominciato a prendere vita una nuova storia che meritava di essere esplorata”.
Woody ha sempre saputo quale fosse il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata prendersi cura del suo bambino.
Ora che Andy è andato al college, Woody è fedele a Bonnie. Ma Bonnie si sta preparando a frequentare la scuola materna ed è un po’ preoccupata.
“Il cambiamento è un tema molto importante in questo film”, afferma il produttore Jonas Rivera. “Bonnie sta crescendo e si sta preparando a frequentare la scuola materna, mentre Woody sta iniziando ad assumere un nuovo ruolo. Non l’avevamo mai visto in questa situazione”.
La trama
In Toy Story 4 Bonnie si ritrova completamente sola durante l’inserimento all’asilo e Woody non può fare a meno di aiutarla, anche se per riuscirci dovrà scavare in un secchio della spazzatura per recuperare un po’ di oggetti da trasformare in opere d’arte per la sua bambina.
Il risultato è un successo strepitoso ma quando Forky, il nuovo progetto scolastico di Bonnie trasformato in un giocattolo, si autodefinisce “spazzatura” e non giocattolo, Woody decide di mostrargli gli aspetti positivi della sua nuova vita.
“Forky è come un neonato”, afferma Mark Nielsen. “Non sa nulla della vita. Non capisce nemmeno il motivo della sua esistenza e cosa sia un giocattolo. Costringe Woody a spiegargli cosa significhi essere un giocattolo: Bonnie ha bisogno di lui”.
Woody, Forky e il resto della banda accompagnano Bonnie e la sua famiglia in un viaggio on the road, che conduce Woody a una rimpatriata inaspettata con la sua amica scomparsa da tempo, Bo Peep. “Bo Peep è un personaggio davvero fantastico”, afferma la sceneggiatrice Stephany Folsom. “Faceva parte di una lampada per bambini che si trovava nella stanza della sorella di Andy, dunque è stata venduta molto tempo fa. Bo si è trovata a dover affrontare una vita diversa, ma non è rimasta ferma senza fare niente. Tanto tempo fa, ha deciso di sfruttare la propria situazione al meglio. Così si è alzata sui propri piedi di porcellana e ha deciso di cavarsela da sola”.
Rivera aggiunge: “Per me Bo è l’elemento più importante del film. Se alla fine di questo film doveste chiedere a Woody qual è la cosa più importante che gli sia mai capitata, lui risponderebbe che incontrare Bo Peep per la seconda volta è stato sicuramente il capitolo più importante della sua vita”.

I doppiatori italiani
Nella versione italiana di Toy Story 4 un importante cast di voci dà vita al doppiaggio dei giocattoli. Luca Laurenti è Forky, un cucchiaio-forchetta usa e getta che, trasformato in un giocattolo dalla piccola Bonnie; Corrado Guzzanti è Duke Caboom, un giocattolo degli anni ‘70 che, a cavallo della sua potente motocicletta acrobatica, è sempre pronto a mostrare le proprie pose da stuntman con sicurezza e spavalderia; Rossella Brescia è una ballerina volante tra i giocattoli a disposizione dei bambini nel parco giochi.
Il duo musicale più popolare d’Italia, Benji & Fede, farà uno speciale cameo dando voce a due ranocchiette, fra gli ambiti premi del luna park in cui è ambientata parte della nuova avventura, oltre a interpretare una nuova versione dell’iconico brano firmato da Randy Newman “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend in Me”) che accompagna i titoli di coda del film.
L’atteso nuovo capitolo della saga vede inoltre il ritorno della storica vocie di Massimo Dapporto, nei panni dello Space Ranger Buzz Lightyear.
Dopo la scomparsa del celebre e amato conduttore Fabrizio Frizzi, indimenticabile voce italiana di Woody, lo sceriffo cowboy torna sul grande schermo con l’interpretazione di Angelo Maggi, già doppiatore di Tom Hanks, voce originale del personaggio.
La colonna sonora
Il compositore Randy Newman ha composto la colonna sonora e scritto due nuovi canzoni originali: “Non Permetto” (“I Can’t Let You Throw Yourself Away”), eseguita da Newman e interpretata da Riccardo Cocciante nella versione italiana del film, e “The Ballad of the Lonesome Cowboy”, eseguita da Chris Stapleton per i titoli di coda. Cocciante è ancora una volta l’interprete della canzone “Hai un Amico in Me” (“You’ve Got a Friend in Me”).
I personaggi
Toy Story 4 parte per un nuovo viaggio con amici, nemici… e Forky
WOODY

Woody è lo stesso sceriffo cowboy provvisto di cordicella di cui Andy si era innamorato tanti anni fa. Ha trovato una nuova casa con Bonnie e i suoi giocattoli ma, anche se non vuole ammetterlo, sta attraversando un momento difficile. “Sostanzialmente, anche se non è un genitore ma un giocattolo, sta attraversando una sorta di sindrome del nido vuoto”, afferma lo sceneggiatore Andrew Stanton. “Ha ancora un bambino, ma il suo ruolo è completamente cambiato. Woody sta cercando di risolvere nuovi problemi con i suoi vecchi metodi”.
Secondo il produttore Mark Nielsen, il cambiamento è all’orizzonte. “Woody ha vissuto tantissime esperienze nei primi tre film. Lo abbiamo visto evolversi e imparare, ma non potevamo ripetere nessuna delle vecchie lezioni perché ormai le aveva già imparate. Volevamo fargli affrontare qualcosa di nuovo”.
La story supervisor Valerie LaPointe aggiunge: “Woody sta cercando di trovare il proprio scopo nella cameretta di Bonnie. Si rende conto che lei non si sente a proprio agio riguardo all’inizio dell’asilo e così sfrutta quest’opportunità per aiutarla: alla fine questo lo porta ad autoimporsi una serie di responsabilità quando Bonnie crea Forky”.
La confusione di Forky riguardo al proprio scopo: è un giocattolo oppure spazzatura? Si adatta bene al viaggio vissuto da Woody nel film. “Lo stesso Woody sta cercando di trovare il proprio scopo in una nuova cameretta con un nuovo bambino”, afferma LaPointe. “Lo scopo di Forky è quello di rendere felice Bonnie, ma in realtà per noi questo personaggio ha lo scopo di fare luce su ciò che Woody sta vivendo”.
Un’inaspettata riunione con la sua cara amica Bo Peep mostra a Woody che il mondo è molto più grande di quanto lui abbia mai immaginato. “Bo e Woody hanno sempre avuto un legame speciale”, afferma LaPointe. “Bo è la controparte perfetta di Woody”.
Il nuovo look di Woody
Sono passati nove anni dall’ultima volta che abbiamo visto Woody sul grande schermo e più di un quarto di secolo dalla sua prima apparizione.
La tecnologia è cambiata ma Woody è rimasto lo stesso, dunque i filmmaker dovevano assicurarsi che il personaggio rispettasse le aspettative del pubblico.
Secondo il supervising animator Scott Clark, Woody e gli altri personaggi già apparsi nei film precedenti possono avere un aspetto più complesso perché ormai gli spettatori li conoscono e li amano.
“Le braccia e le gambe di Woody sono flosce, con mani e stivali più pesanti fatti di plastica. Per mantenersi fedeli all’essenza di Woody bisogna rispettare i materiali di cui è composto: quando corre molto veloce, le sue braccia e le sue gambe da bambola di pezza sono fuori controllo, ma in modo divertente e affascinante”.
Clark, che si è unito a Pixar Animation Studios quando Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli era ancora nelle sale, afferma che rivisitare Woody e il resto della banda è come tornare a casa. “È come andare a una riunione di famiglia in cui hai l’opportunità di rivedere uno zio che non vedi da anni. È grandioso frequentare nuovamente questi personaggi”.
Woody è come un vecchio amico per gli spettatori di tutto il mondo. Ma i filmmaker sapevano che avrebbe dovuto evolversi. “La storia è incentrata sul cambiamento”, afferma il direttore della fotografia Patrick Lin. “Bo è uno strumento del cambiamento, mentre Woody vuole che ogni cosa rimanga uguale”.
Il tema del cambiamento è appropriatamente sottolineato dalla fotografia. “Ogni volta che riprendiamo Bo utilizziamo soltanto un obiettivo anamorfico, perché il personaggio rappresenta il cambiamento”, afferma Lin. “Quando riprendiamo Woody – soprattutto nel negozio d’antiquariato – utilizziamo un obiettivo sferico. Quando accetterà finalmente il cambiamento, allora utilizzeremo l’obiettivo anamorfico”.
BO PEEP

Bo peep è un’amica smarrita da tempo di Woody, Buzz e il resto della banda, che aveva sempre avuto un legame molto speciale con Woody nel periodo in cui lei e la sua pecora vivevano sotto una lampada a casa di Andy. Dopo essere rimasta separata dagli altri giocattoli per anni, Bo è scheggiata ma il suo spirito è tutt’altro che spezzato. È diventata uno spirito libero sempre in cerca di avventure che nasconde tanta forza e sarcasmo dietro al suo delicato aspetto esteriore di porcellana. Quando lei e Woody si ritrovano in circostanze improbabili, Bo si rende conto di quanto le sia mancato e non vede l’ora di mostragli cosa ha fatto in questi anni. “Bo ha preso il controllo del proprio destino”, afferma il regista Josh Cooley. “Mentre Woody guardava Andy crescere, Bo era su uno scaffale a prendere polvere finché non si è avventurata nel mondo esterno. E quando arriva Woody i due non riescono a credere di essersi ritrovati”.
Secondo la sceneggiatrice Stephany Folsom, all’inizio Bo e Woody avevano stretto un legame perché si trovavano in una condizione molto simile: erano entrambi i leader delle loro rispettive stanze. “Woody gestiva la cameretta di Andy e supervisionava i giocattoli che vivevano lì, mentre Bo controllava la cameretta di Molly”, afferma Folsom. “Ci vuole una certa dose di responsabilità per gestire una cameretta e si capisce subito che Bo è forte e ha il controllo della situazione”.
Il ritorno di Bo Peep nel mondo di Toy Story aveva bisogno di un approccio originale nei confronti del personaggio, che è imprevedibile e pieno di risorse e non rispetta le regole tradizionali dei giocattoli.
Diversi membri della produzione si sono uniti per formare il “Team Bo”, che comprendeva story artist, animatori, modellatori e la stessa Annie Potts: insieme hanno supervisionato ogni aspetto del look, della storia, dell’evoluzione e del design di Bo in Toy Story 4.
Il Team Bo ha dato inizio al proprio lavoro visionando ogni scena che coinvolgeva Bo Peep in Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli e Toy Story 2 – Woody e Buzz alla Riscossa. “Era un personaggio di contorno dotato di senso dell’umorismo che giocava un ruolo secondario”, afferma la story artist Carrie Hobson.
La directing animator Becki Tower aggiunge: “Non volevamo che Bo rispecchiasse gli stereotipi”, afferma Tower. “Abbiamo cercato di evitare a tutti costi il tipico personaggio delle fiabe con gli occhi da cerbiatta che è debole e ha bisogno dell’approvazione di qualcun altro. Bo è molto indipendente. Per lei essere un giocattolo smarrito non è un problema”.
Secondo Hobson, Bo ha una responsabilità maggiore in Toy Story 4. “Doveva rivestire un’importanza maggiore ed essere abbastanza complessa da mettere in discussione Woody”, afferma Hobson. “Quando lascia Woody le cose non vanno esattamente secondo i piani. Ma lei riesce a raccogliere i cocci, trasformarsi e adattarsi alla situazione. Ci sembrava un messaggio davvero bello: questo personaggio riesce a fare tutto ciò che Woody non è in grado di fare nella storia”.
Il nuovo look di Bo
Le recenti avventure di Bo Peep richiedevano un cambio di look per il personaggio. Le nuove tecnologie hanno permesso alcune modifiche che non sarebbero state possibili in passato, tra cui diverse caratteristiche tipiche delle statuine di porcellana. “È brillante e piena di impercettibili incrinature”, afferma la shading art director Laura Phillips. “Lo strato di smalto che la ricopre è pieno di microscopiche crepe, che vengono chiamate crazing. Dovevamo stare molto attenti quando applicavano il crazing: non si trova sul suo volto, ma sui suoi capelli e sulla sua spalla. È quasi impercettibile ma fornisce al personaggio l’aspetto giusto”.
Phillips afferma che la porcellana presenta una traslucidità sotto la superficie quando viene illuminata da dietro, dunque gli artisti dovevano assicurarsi di mostrare questa caratteristica nelle parti più sottili del corpo di Bo, come per esempio le sue mani. Gli artisti hanno inoltre studiato lo strato di smalto applicato sulla porcellana e il modo in cui la luce si raggruppa in determinate zone, rendendo il colore leggermente più scuro. Hanno inoltre aggiunto alcuni tocchi di pennello per simulare l’aspetto della porcellana smaltata.
Per illuminare la porcellana di Bo nel modo più efficiente possibile, il direttore della fotografia-illuminazione JC Kalache e la sua squadra hanno preso in esame l’illuminazione delle protagoniste femminili in alcuni film girati tra il 1930 e 1960. Si sono inoltre resi conto di dover utilizzare alcune forme specifiche per illuminare Bo. “Le luci quadrate davano un aspetto piatto alla porcellana di Bo”, afferma Kalache. “Le luci tonde erano molto meglio. Inoltre gli spigoli di luce dovevano essere sfocati per ammorbidire leggermente il loro riflesso sulla porcellana”.
Gli artisti hanno esplorato svariate opzioni per il nuovo costume di Bo Peep ma alla fine hanno deciso di tornare alle radici del personaggio. “Abbiamo mantenuto intatto il suo schema cromatico originale fatto di celeste, rosa e bianco per rispecchiare l’essenza del personaggio che già conoscevamo”, afferma la character artist Mara MacMahon.
Secondo Hobson, il resto del look di Bo è stato completamente capovolto. “Tutti noi volevamo fornirle una certa libertà e quindi abbiamo messo da parte il vestito, ma senza farle perdere la sua bellezza e la sua femminilità”, afferma Hobson. “Dunque abbiamo impiegato alcuni elementi del suo vecchio costume che ci piacevano molto, come la gonna a forma di campana, ma abbiamo deciso che nel corso degli anni Bo avesse imparato a trasformare la gonna in un mantello così da trasformarsi in un supereroe o un mago per un bambino. Se vuole, può anche cambiare posa e trasformare il suo abito in un vestito da ballerina”.
Bo non è un giocattolo con un costume statico: cambia continuamente. “Credo sia il tratto caratteristico della sua adattabilità”, afferma MacMahon. “Rappresenta tutto ciò che ha imparato nel corso degli anni. È ancora la Bo Peep che conoscevamo, piena di sfacciataggine, umorismo e forza interiore, ma è anche maturata molto”.
Il simulation supervisor Henry Garcia spiega che il mantello di Bo è stato molto difficile da realizzare. “Possiede tantissime varianti diverse: viene indossato dritto, capovolto, intorno alle spalle, attorno alla vita…”, afferma. “Abbiamo realizzato due mantelli reali – uno per il dipartimento addetto all’animazione e un altro per quello di simulazione – così da poter interagire fisicamente con essi per rispondere a varie domande, per esempio il modo in cui il mantello avrebbe interagito con il bastone di Bo”.
“In particolare, c’è una sequenza in cui il mantello viene indossato come uno zaino mentre Bo si arrampica sul carosello”, prosegue Garcia. “Quando arriva in cima, lo zaino torna a essere un mantello. Dopodiché Bo salta giù dal carosello e vola nell’aria”.
Il bastone di Bo gioca un ruolo fondamentale nelle sue scene d’azione. “C’è voluto molto tempo per sviluppare il modo in cui Bo utilizza il bastone”, afferma Tower. “Fa parte del design del personaggio”.
MacMahon aggiunge: “Volevamo che il bastone diventasse parte di lei. Non è un oggetto separato che può posare e riprendere a suo piacimento. È quasi un’estensione delle sue mani o delle sue espressioni facciali”.
Bo indossa spesso un indumento celeste in Toy Story 4. MacMahon afferma: “Nei primi due film Bo indossava dei pantaloni blu sotto il vestito, quindi questo è diventato il suo nuovo abbigliamento di base. Dall’indumento celeste alla gonna-mantello, porta ancora lo stesso abito che ha sempre indossato, ma lo abbiamo convertito in qualcos’altro. È un fantastico esempio del lavoro svolto dal Team Bo: siamo riusciti a incorporare idee provenienti da ogni angolo dello studio all’interno del film definitivo”.
Per creare i movimenti di Bo, gli animatori hanno usato come riferimento diversi filmati di ballerine, ginnaste, artiste marziali e personaggi cinematografici forti ma femminili. Secondo la directing animator Patty Kihm, gli animatori hanno bilanciato i materiali delicati di Bo con il suo stile di vita attivo e la sua femminilità innata. “Per noi era molto importante che non apparisse mascolina, perché volevano mantenere la sua grazia e la sua compostezza. È indipendente, sarcastica, sicura di sé e intrepida, ma conserva ancora delle emozioni”.
“Per mantenerci fedeli ai materiali di cui è fatta ci siamo accorti che mantenere il suo corpo più rigido con meno sovrapposizioni la faceva somigliare di più a un giocattolo”, prosegue Kihm. “Le dita delle bambole di porcellana reali vengono spesso raggruppate insieme, perché un dito singolo si romperebbe molto facilmente, quindi le mani di Bo sono spesso posizionate come le mani di una bambola, specialmente quando sta ferma, per ricordare al pubblico che si tratta comunque di una bambola”.
Secondo Folsom, l’aspetto di Bo rispecchia la sua personalità e il suo passato. “Volevamo che fosse in grado di fare tantissime cose folli, perché è un giocattolo che sta esplorando il mondo. Ma dovevamo mettere le sue acrobazie e le sue capacità atletiche a contrasto con la realtà. È una bambola molto fragile fatta di porcellana. Deve sfruttare le proprie caratteristiche con intelligenza. Dovevamo onorare la sua essenza di giocattolo, permettendole allo stesso tempo di essere un personaggio tostissimo”.
Il produttore Mark Nielsen spiega che anche l’alchimia tra i due personaggi era molto importante, perché il rapporto tra Woody e Bo riveste un’importanza centrale nella storia. “C’è sicuramente tanto amore tra loro”, afferma Nielsen. “Nel prologo vediamo quanto sia stato difficile per Woody lasciarla andare”.
FORKY

Forky non è un giocattolo! O almeno è convinto di non esserlo. Forky è un cucchiaio–forchetta che è stato trasformato in un’opera d’arte per un progetto scolastico ed è convinto che la cameretta di Bonnie non sia il luogo adatto a lui. Sfortunatamente, ogni volta che cerca di scappare, qualcuno lo trascina in un’avventura che lui preferirebbe evitare. “Il mondo di Toy Story si basa sull’idea che ogni cosa abbia un proprio scopo”, afferma Cooley. “Lo scopo di un giocattolo è esserci per il proprio bambino. Ma cosa accade a quei giocattoli che nascono dalla combinazione di altri oggetti? Forky è un cucchiaio–forchetta usa e getta che Bonnie ha trasformato in un giocattolo e che di conseguenza ora vive una crisi: desidera portare a compimento il proprio scopo di posata, ma si trova ad avere anche un nuovo scopo come giocattolo”.
Cooley, che esordisce alla regia di un lungometraggio con Toy Story 4, ha scoperto di potersi identificare con Forky. “Quando abbiamo iniziato a creare la storia di questo film non ci avevo fatto caso, ma poi mia moglie mi ha fatto notare che Forky, il novellino del mondo dei giocattoli, è molto simile a me”.
Sempre pronto a prendersi cura degli altri, Woody decide di diventare l’angelo custode di Forky: all’inizio del film questo significa principalmente tenerlo fuori dal secchio della spazzatura. Il supervising animator Rob Russ afferma: “Forky fornisce a Woody lo scopo che quest’ultimo stava cercando fin da quando era arrivato nella cameretta di Bonnie. Ma prendersi cura di Forky non è un lavoro facile”.
Il produttore Jonas Rivera afferma: “Abbiamo amato l’idea che c’era dietro al personaggio di Forky. È come un neonato. Non capisce le regole di questo mondo e quindi non le segue, e questo contribuisce a rendere la storia davvero divertente e originale. Ma Forky rende le cose difficili per Woody, che vuole soltanto aiutarlo a capire quanto sia importante prendersi cura di un bambino”.
In un certo senso Forky è nato nella story room durante una discussione disimpegnata in cui i filmmaker si chiedevano quali fossero i requisiti per essere un giocattolo. “Stavamo semplicemente scherzando”, afferma Cooley. “Ci chiedevamo cosa sarebbe successo se avessimo avuto un giocattolo fatto in casa. Sarebbe stato vivo? Queste strane domande esistenziali sull’universo di Toy Story sono davvero divertenti. Se un bambino gioca con te, questo fa di te un giocattolo?”.
Secondo lo sceneggiatore Andrew Stanton, i filmmaker avevano un buon presentimento nei confronti di Forky. “Se prendi un pezzo di carta e inizi a farlo volare per la stanza, quel piccolo aeroplanino di carta non prenderà improvvisamente vita. Per fare sì che questo accada, bisogna infondere una sorta di personalità nell’oggetto e avere un rapporto di amicizia con esso: è per questo motivo che questa opera d’arte fatta in casa prende vita e diventa un giocattolo”.
Le origini semplici di Forky hanno subito riscosso un grande successo tra i filmmaker. “È un personaggio intrinsecamente divertente”, afferma il direttore della fotografia Axel Geddes. “È spassoso anche quando non parla”.
CREARE UN AMICO
Per trovare l’aspetto più giusto per il personaggio di Forky, diversi membri della squadra addetta alla produzione hanno radunato una serie di attrezzature artistiche e cancelleria, assemblando alcuni possibili look per questo utensile trasformato in un personaggio. “Avevamo colla glitterata, scovolini, cucchiai–forchette e occhi adesivi”, afferma il character supervisor Sajan Skaria. “Ognuno di noi era seduto attorno al tavolo con la colla, lo stucco e gli adesivi. Non c’erano regole”.
E quando è arrivato il momento di animare Forky, i filmmaker hanno optato per dei movimenti essenziali. “Volevamo limitare i suoi movimenti, specialmente all’inizio in cui si sta ancora sviluppando”, afferma il supervising animator Scott Clark. “Cammina barcollando perché i suoi piedi escono da una base fatta di creta e hanno addirittura un’altezza diversa. Le sue braccia non sono completamente articolate – sono fatte di scovolini – e ha degli occhi adesivi che non riescono a mettersi a fuoco. Potevamo animarli e mostrarli mentre sbattevano le palpebre e si guardavano intorno, ma abbiamo deciso di trattarlo più come un pupazzo privo di un’articolazione oculare. La sua bocca è fatta con un filo cerato, dunque è animata in modo un po’ appiccicoso: ricorda un po’ l’animazione in stop-motion”.
“Forky esemplifica la prima regola che ho imparato quando ho varcato la soglia di Pixar nel 1996”, prosegue Clark. “La fedeltà al materiale è fondamentale: bisogna rispettare i materiali di cui un personaggio è fatto e non renderli troppo animati. Lavorando all’interno delle limitazioni di un materiale, gli animatori tendono a fare scelte migliori e più divertenti, soprattutto quando sono alle prese con un personaggio come Forky”.
Ma, secondo il supervising animator Robert Russ, nel corso del film Forky impara a conoscere meglio il mondo che lo circonda. “Abbiamo deciso che i suoi movimenti avrebbero dovuto evolversi nel corso del film”, afferma Russ. “In alcuni momenti specifici abbiamo permesso ai suoi occhi di sbattere le palpebre o concentrarsi in una determinata direzione”.
GABBY GABBY

Gabby Gabby è un’adorabile bambola degli anni ‘50, capace di parlare tirando una cordicella. Sfortunatamente un difetto di fabbricazione ha reso la sua voce tutt’altro che adorabile. Per più di sessant’anni è rimasta abbandonata in un negozio d’antiquariato pieno di oggetti diversi. I suoi unici compagni sono una banda di pupazzi da ventriloquo senza voce. Gabby Gabby vuole disperatamente essere acquistata da qualcuno: per questo motivo è alla ricerca di un giocattolo con una voce funzionante da sostituire alla sua.
Woody è più che sospettoso nei confronti di Gabby, che forse potrebbe essere semplicemente incompresa. La sceneggiatrice Stephany Folsom afferma: “Gabby Gabby e Woody hanno la stessa filosofia di vita: esserci per il proprio bambino in qualsiasi situazione. Ma, a differenza di Woody, Gabby non ha mai vissuto con un bambino e dunque si basa soltanto sulle proprie fantasie”.
Secondo lo scenografo Bob Pauley, Gabby Gabby è ispirata alle bambole parlanti degli anni ‘50 e ‘60. “Le abbiamo dato degli occhi da bambola: si tratta di occhi dotati di un peso che permette loro di chiudersi quando la bambola è in posizione orizzontale”, afferma Pauley. “Abbiamo renderizzato l’iride in modo particolare: in questo modo i suoi occhi rispondono alla luce e somigliano molto a quelli di un giocattolo”.
Anche i capelli di Gabby sono molto dettagliati e simili a quelli di una bambola: gli artisti hanno visitato alcune fabbriche di giocattoli per studiare il funzionamento dei capelli delle bambole. “I suoi capelli non sono umani”, afferma il character supervisor Sajan Skaria. “Abbiamo studiato il modo in cui i capelli delle bambole sono radicati all’interno dello scalpo, il loro spessore e il colore metallico uniforme che li caratterizza”.
Allo stesso modo, gli animatori volevano che i movimenti di Gabby Gabby rispecchiassero quelli di una bambola. “Le bambole hanno articolazioni sui fianchi, sulle spalle e sul collo”, afferma Clark. “Quindi abbiamo cercato di mantenerci fedeli a questa caratteristica. Anche le sue palpebre sbattono in modo strano così da far somigliare i suoi occhi a quelli di una bambola. Tuttavia abbiamo animato le sopracciglia e la parte inferiore del volto di Gabby in un modo leggermente più umano per fare sì che il pubblico provi empatia nei suoi confronti. È una caratteristica quasi impercettibile che la fa apparire leggermente più umana”.
Ma i filmmaker non volevano che il pubblico provasse troppa simpatia per Gabby e per questo hanno cercato di mostrare alcuni segnali d’allarme nella sua prima apparizione. “Abbiamo scelto di accompagnarla sempre con un colore verde leggermente malaticcio”, afferma il direttore della fotografia JC Kalache. “La segue per tutto il film. Ogni volta che vedrete quella luce verde, avrete un brutto presentimento: forse Gabby potrebbe nascondersi dietro l’angolo”.
L’art director degli storyboard John Lee aggiunge: “Il pubblico deve percepire la stessa paura provata da Woody. Volevamo che sentissero di essere accanto a Woody quando quest’ultimo decide di scappare”.
BUZZ LIGHTYEAR

Buzz Lightyear è un fenomenale Space Ranger giocattolo leale non soltanto al suo proprietario, ma anche agli amici che ha conosciuto nel corso del proprio cammino, specialmente Jessie e il suo ex-rivale Woody. Non è in grado di volare, ma continua a essere sempre più bravo nel “cadere con stile”.
Il produttore Jonas Rivera afferma: “Buzz svolge un ruolo fondamentale nello svolgimento del film. Da molti punti di vista, Toy Story 4 è una storia introspettiva che ci pone spesso la domanda ‘Cosa ti dice il tuo istinto?’. Dunque abbiamo deciso di utilizzare i bottoni di Buzz in questo modo. Per tutti noi, quei bottoni sono semplicemente un meccanismo con delle frasi registrate. Per lui invece sono come un oracolo: ogni volta che deve prendere una decisione, spinge un bottone”.
“Buzz si rende conto che Woody ha bisogno di cambiare”, aggiunge il regista Josh Cooley. “Vuole sostenerlo e aiutarlo ma i suoi sforzi lo fanno cadere nelle mani di un giostraio, che lo trasforma in uno dei premi di un luna park”.
Toy Story si fonda sull’amicizia tra Woody e Buzz. Il produttore Mark Nielsen afferma: “Il rapporto tra Woody e Buzz rappresenta il cuore dei film di Toy Story. Nel primo film è problematico ma si trasforma in un’amicizia. Questa amicizia cresce nel corso degli anni e attraverso i vari film. Si fidano l’uno dell’altro, si capiscono e si sostengono a vicenda. È un legame fondamentale all’interno della serie e in Toy Story 4 diventerà ancora più profondo”.
DUCKY e BUNNY

Ducky e Bunny sono due premi di un luna park che non vedono l’ora di essere vinti. Ma quando i loro piani vengono bruscamente interrotti, si troveranno in un’inaspettata avventura con un gruppo di giocattoli che non hanno la minima idea di cosa significhi essere appesi al muro di un gioco a premi.
Secondo lo sceneggiatore Andrew Stanton, Ducky e Bunny sono in perfetto contrasto con Woody e Buzz, che sono sempre appartenuti a un bambino. “Se ci riflettete bene i luna park hanno i giocattoli più scadenti, tristi e usa-e-getta nella storia dell’umanità”, afferma.
“Ducky e Bunny introducono un nuovo livello di divertimento nell’universo di Toy Story”, afferma il produttore Mark Nielsen. “Hanno una visione molto singolare del mondo: vanno di città in città e osservano il mondo dalla stessa bancarella itinerante. Non possiedono nessun senso etico, perché hanno osservato centinaia di bambini che spendevano soldi in un gioco impossibile da vincere. Stanno imparando a conoscere il lato peggiore della natura umana e sono anche intrappolati a causa di ciò”.
CREARE I PELUCHE
Secondo lo scenografo Bob Pauley, Ducky e Bunny non sono esattamente giocattoli raffinati. “Volevamo che il pubblico si affezionasse a loro quindi ci siamo assicurati che avessero comunque un aspetto piacevole, affascinante e interessante”, afferma. “Ma i peluche che si trovano nei luna park sono piuttosto scadenti e quindi abbiamo cercato di mantenerci fedele ai materiali che verrebbero utilizzati in quel contesto. Hanno dei colori sgargianti, quasi fosforescenti, che presentano anche una certa lucentezza”.
Il simulation supervisor Henry Garcia spiega che la pelliccia di Ducky e Bunny è stata creata con la stessa modalità con cui vengono realizzati i capelli dei personaggi umani, con la sola differenza che la pelliccia di Ducky e Bunny è rigida e si muove soltanto quando i personaggi si abbracciano o sono sdraiati a terra. “Il ciuffo di Ducky diventa molto più divertente quando gli facciamo prendere vita”, afferma Garcia. “Ci siamo basati sui Muppet e sulle piume di struzzo. Quando Ducky smette di muoversi, il suo ciuffo si ferma dopo qualche secondo. Dovevamo trovare il giusto equilibrio: in questo modo il ciuffo non distrae il pubblico ma appare divertente”.
Ducky e Bunny sono come lo Yin e lo Yang. La zampa di Bunny è attaccata all’ala di Ducky, ma per il resto si comportano in modo completamente diverso. “Le gambe di Ducky non sono molto lunghe, i piedi sono giganteschi e le ali sono molto piccole”, afferma la directing animator Becki Tower. “Non fa altro che saltellare in giro: è una pallina da flipper piena d’energia, mentre Bunny è più calmo”.
Il directing animator Aaron Hartline aggiunge: “Bunny è più pesante. È piuttosto grosso, dunque si muove un po’ più lentamente anche se ha molte energie. I suoi movimenti sono più deliberati. ‘Per me è più facile girare soltanto la testa piuttosto che il mio intero corpo, quindi mi limiterò a girare la testa’. Anche le sue palpebre sono più pesanti. Parla molto velocemente ma si muove con lentezza”.
GIGGLE MCDIMPLES

Giggle Mcdimples è una bambola di plastica in miniatura, appartenente alla linea di giocattoli degli anni ‘80 Giggle McDimples.
Come giocattolo, l’ufficiale Giggle McDimples è la leader della Pet Patrol di Mini-opolis e supervisiona la ricerca e il salvataggio dei cuccioli.
Ma nel mondo reale, Giggle è la migliore amica di Bo Peep. Talmente piccola da potersi appollaiare sulla spalla di Bo, Giggle è la sua confidente, sostenitrice e consigliera. “Giggle è il grillo parlante di Bo: attraverso il loro rapporto, riusciamo ad approfondire la personalità di Bo”, afferma Cooley. “Giggle è sicuramente il giocattolo più piccolo dell’universo di Toy Story. Nel corso degli anni è stata calpestata, risucchiata da un’aspirapolvere e, molto probabilmente, infilata nel naso di qualche bambino”.
La story supervisor Valerie LaPointe afferma: “Giggle è stata venduta insieme alla sua caserma della Pet Patrol dotata di una piccola macchinina, ma viaggia insieme a Bo all’interno di una Puzzolamobile, ossia un veicolo giocattolo motorizzato che è stato travestito da puzzola così da ingannare le persone e tenerle alla larga da loro”.
Secondo Hartline, le dimensioni di Giggle hanno influenzato l’approccio degli animatori. “L’abbiamo animata in modo specifico e unico”, afferma. “È minuscola ma possiede una grande personalità. La facciamo rimbalzare in giro come una pulce. Inoltre assume pose molto particolari”.
DUKE CABOOM

Duke Caboom è un giocattolo degli anni ‘70 basato sul più grande stuntman nella storia del Canada. A cavallo della sua potente motocicletta acrobatica chiamata Caboom, Duke è sempre pronto a mostrare le proprie pose da stuntman con sicurezza e spavalderia. Ma Woody scoprirà molto presto che Duke ha un tallone d’Achille: non è mai stato in grado di eseguire le strabilianti acrobazie illustrate dal suo spot televisivo. Per anni, Duke è rimasto seduto senza fare nulla in un negozio d’antiquariato, rivivendo i fallimenti del suo tragico passato.
LaPointe afferma: “Duke Caboom è una action figure che è stata immediatamente rifiutata dal proprio bambino dopo essere stata scartata il giorno di Natale, poiché non riusciva a saltare come si vedeva nello spot televisivo”.
Secondo Pauley, Duke è sempre in “modalità motociclistica”. “Questo ci mostra la sua autentica natura”, afferma Pauley. “È stato creato per muoversi soltanto con la motocicletta, dunque non cammina molto bene e questo è molto divertente”.
BENSON

Benson è un classico pupazzo da ventriloquo d’antiquariato e il braccio destro di Gabby Gabby. Guida un piccolo gruppo di pupazzi da ventriloquo che sono gli scagnozzi di Gabby. Senza nessuno a dar loro una voce, questi giocattoli silenziosi pattugliano il negozio d’antiquariato con una calma minacciosa e profondamente inquietante.
“I pupazzi sono di gran lunga alcuni dei personaggi più spaventosi che abbiamo mai creato”, afferma il produttore Mark Nielsen. “Per i movimenti dei nostri pupazzi da ventriloquo, gli animatori si sono basati il più possibile sui materiali reali. I corpi dei pupazzi sono morbidi e non hanno struttura, dunque le braccia si limitano a penzolare e le loro gambe si piegano all’indietro. A tutto questo si aggiungono le loro espressioni immobili, con gli occhi larghi e le mandibole incardinate, che li trasformano in vere e proprie creature da incubo… in senso buono”.
Il simulation supervisor Henry Garcia spiega che, per dare vita alle braccia dei pupazzi, la sua squadra ha affinato alcune tecnologie sviluppate per Il Viaggio di Arlo al fine di simulare la pelle e i movimenti del corpo. “Le braccia e le gambe dei pupazzi ciondolano continuamente”, afferma Garcia. “Il risultato finale ha fornito agli arti dei pupazzi alcuni movimenti fisici che non avevano bisogno di essere animati a mano, migliorando l’efficienza e la fisicità di questi personaggi”.
Lavorare sulla folla con la motion-capture
Toy Story 4 comprende una folla di personaggi di contorno nella classe della scuola materna di Bonnie, svariati giocattoli all’interno di un flipper, alcuni bambini nei parchi giochi e le persone presenti nel luna park. I bambini e i giocattoli sono stati animati dalla squadra addetta alle folle, ma i filmmaker hanno utilizzato una tecnica speciale per fornire movimenti naturali e variegati alla folla presente nel luna park. “Abbiamo creato un palco per la motion-capture”, afferma il crowds lead Neil Helm. “È un esperimento che stiamo utilizzando per alcune delle comparse umane sullo sfondo. Questa tecnica fornisce una ricchezza e una profondità a queste interpretazioni, senza impedire al pubblico di concentrarsi sui personaggi principali e sulla storia. Normalmente non dedicheremmo questa attenzione alle comparse, ma vogliamo che siano credibili. I cicli dell’animazione, che vengono normalmente applicati alle comparse, tendono ad avere una qualità ripetitiva. Utilizzando la motion capture, possiamo catturare sequenze piuttosto lunghe composte da migliaia di fotogrammi o anche di più, in cui le persone camminano e si comportano in modo realistico sullo sfondo. Possiamo utilizzare queste clip per popolare un intero mondo”.
“I film di Toy Story sono diventati dei classici senza tempo”, afferma l’attore Tom Hanks, che ha prestato la voce a Woody per 24 anni nella versione originale dei film. “Sono pieni di personaggi innocenti che affrontano un sentiero interminabile di avventure. Tutti noi conosciamo persone come Woody, Buzz, Bo Peep e Mr. e Mrs. Potato, e ci chiediamo quali giocattoli saremmo se vivessimo in quel mondo”.