Come parlare a una bambina della sua sorellina-angelo

 

 

 

Gentile dottoressa,


vorrei avere da lei un consiglio su come affrontare una questione per me molto importante. Sono mamma di una stupenda bambina di 22 mesi, arrivata a ridarmi la vita e la forza, dopo un percorso lungo e doloroso. La mia prima figlia è morta in utero al settimo mese di gravidanza, lasciando un vuoto e un dolore così profondi da essere difficili da descrivere, ma che lei potrà purtroppo capire al di là di ogni parola.
Quella bambina è e sempre sarà per me, nel mio cuore, la mia prima figlia e, nonostante tutti intorno a me sembrano averla dimenticata, io comincio ora a pormi in maniera concreta il "problema" di quale sia il momento e il modo più opportuno di parlarne a sua sorella. Consideri che per motivi di salute molto difficilmente, purtroppo, potrò avere un’altra gravidanza e che – forse – dovrò anche trovarmi a rispondere a domande del tipo "perché non ho un fratellino?"
Non so come affrontare tutto questo. Non vorrei mai che si trovasse ad ascoltare qualche discorso dal quale venire a sapere cosa è successo: voglio essere io a dirglielo, con le parole e i modi giusti per la sua età. Forse adesso è ancora presto, ma io vorrei iniziare a pensarci.

Grazie per ogni consiglio e suggerimento potrà darmi.
Sara


 

 

 

Gentile Sara,

i bambini "si fidano ciecamente" dei genitori, a noi fanno riferimento, e da noi attendono risposte semplici (non indolori, badi bene) ai loro quesiti. Risposte comprensibili, come lei dice, a seconda dell’eta’, sulle quali le loro menti possano lavorare. Essere genitori "speciali", come dico io, in qualche modo ci impone di essere chiari, e di dover trovare le parole, spesso con qualche anno d’anticipo, rispetto al tema della morte, e al fatto, oggi dato per scontato e banalizzato, che avere figli e fratelli non dipende dall’amore e dalla volontà soltanto. Anche noi genitori in primis, dobbiamo farci delle domande e trovare delle risposte prima di tutto per noi, su cosa pensiamo e quali emozioni abbiamo di fronte alla morte e come viviamo prima di tutto noi questo lutto.
In genere, se ne abbiamo la forza, parlare di chi non c’è più (esempio: sai amore, oggi compriamo un fiore a un angioletto speciale), (oppure: oggi mandiamo un palloncino ai bimbi del cielo), può essere un inizio soft per raccontare, quando verrà il momento, l’intera storia.

Allo scopo, ti consiglio di leggere Ninnananna Caterina, una fiaba di Marianna Montelucci (Ipertesto edizioni), che l’autrice ha donato all’associazione CiaoLapo, e che parla di nascita e dei percorsi ad essa correlati.

Può essere uno spunto di riflessione, per parlare ai nostri bambini di questo tema complesso e per noi doloroso.

Un abbraccio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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